Recensione: March On Gravitation

Di Gianluca Fontanesi - 17 Febbraio 2017 - 0:01
March On Gravitation
Band: Fromhell
Etichetta:
Genere: Black 
Anno: 2016
Nazione:
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70

 

 

I Fromhell sono una band giovanissima ed estremamente interessante proveniente dall’Indonesia. E’ molto raro per noi sentir parlare dell’underground dei più lontani paesi orientali e siamo sempre felici di incappare in qualcosa del genere, specialmente se molto valida come questo March On Gravitation uscito sul finire dello scorso anno. Black metal, ovviamente, ma è un “lo famo strano” che ha parecchie frecce interessanti da scoccare e moltissime idee sviluppate più o meno bene. Il percorso iniziato dai Fromhell col precedente Dynasty, che rappresentava la terra e il passato, è una tetralogia sugli elementi; March On Gravitation cambia totalmente tematiche rivolgendosi al futuro e rappresentando l’aria.

L’album è un monolite che supera tranquillamente i settanta minuti di durata ed è rappresentato da alcuni brani onestamente di alta fattura. Il black metal dei Fromhell è tutto tranne che suonato in maniera classica; è una proposta molto melodica, varia e aperta ad ogni tipo di influenza. In March On Gravitation ce n’è per tutti i gusti ed estrazioni estreme, succoso pane per qualsiasi affamato di ibridi che si rispetti. A Million Castor e Stellar Space aprono il tutto in maniera roboante coi loro 23 minuti complessivi e si rivelano croce e delizia oltre che al manifesto di tutto l’album: presentano melodie grandiose, riff spaccaossa, screaming devastanti e tutto ciò che la musica estrema oggi dovrebbe richiedere. L’unico difetto piuttosto evidente da poter imputare agli indonesiani sono le clean vocals che, sebbene siano cantate su melodie oltre il riuscito, sono meno curate rispetto a tutto il resto e talvolta risultano stridenti e stonate; un vero peccato, considerando la qualità medio/alta delle composizioni. Le partiture offerte, in ogni caso, funzionano e rimangono nella testa dell’ascoltatore per molto tempo; col passare degli ascolti si arriva anche a perdonare il negativo ed ad ascoltare il disco tutto d’un fiato cantandone i momenti. La produzione è ottima; si sente però sporadicamente una massiccia sovrapposizione di tracce che risulta confusionaria e penalizza leggermente la fruizione ad un orecchio piuttosto allenato. Nulla di frustrante ma comunque percepibile. Bando alle ciance, nel disco vi sono anche parecchi momenti acustici e più progressivi oltre a dei riff di chitarra veramente pazzeschi e trascinanti; basti andare al minuto 5.18 di A Million Castor, ad esempio, dove il break è devastante, oppure all’ariosissimo ponte di Summonig Stars, davvero ben fatto. Il disco scorre benissimo nonostante il suo minutaggio non indifferente; un brano o due in meno avrebbero comunque giovato al tutto snellendo e alleggerendo la tantissima carne al fuoco proposta.

March On Gravitation con qualche accorgimento in più sarebbe davvero potuto essere un album fantastico; ce lo teniamo comunque anche così e speriamo che nel prossimo futuro il duo migliorerà i suoi pochi punti deboli, le potenzialità e le idee ci sono tutte. Se siete appassionati di black metal e non disprezzate le proposte fortemente contaminate, dateci un ascolto, i Fromhell di certo lo meritano!

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