Recensione: Massive Retaliation

Di Stefano Risso - 16 Agosto 2005 - 0:00
Massive Retaliation
Band: Darkrise
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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67

Massive Retaliation è il disco
d’esordio degli svizzeri Darkrise, formatisi nella
città di Losanna nel 1998. Il debutto viene alla luce soltanto nel 2003 a causa
di vari problemi personali e di formazione che hanno minato i primi anni di vita
di questo gruppo.

Veniamo alla musica: brutal death di stampo americano. Questa
frase potrebbe dire gia tutto, in quanto i nostri dimostrano di aver assimilato
la lezione dei maestri d’oltreoceano portando nel vecchio continente l’aria
malsana e sanguinolenta di gruppi come Morbid Angel e Cannibal Corpse.
Durante l’ascolto di queste nove tracce mi sono venuti in mente questi due
gruppi in particolare, poichè i Darkrise uniscono
nella propria musica le sfuriate classiche della band di Azagthoth e le
trame contorte e spezzacollo dei macellai di Buffalo senza però giungere
ad un prodotto all’altezza di tali nomi. Massive
Retaliation
è un disco onesto, suonato con discreta perizia dai
chitarristi Nico e Luc (che figurano anche come cantanti) e dal
bassista Wils, di chiara scuola Alex Webster (gli assoli di basso
non mentono). La batteria è affidata ad una drum-machine, il chè penalizza
notevolemente il disco, rendendo il drumming sì preciso ma notevolmente piatto.

Questi ragazzi, a mio avviso, si trovano a proprio agio nella
parti più furiose delle canzoni, dove riescono ad unire la violenza con una
certa dose di “melodia” che mi ha richiamato in più punti un certo Covenant
(molto alla lontana), annaspando maggiormente nei frangenti più cadenzati. Il
duo alle chitarre si prodiga in partiture di riffs piuttosto complessi e dalle
ritmiche spezzate che mancano di quella dose di classe (o forse di esperienza)
che rende queste esecuzioni più un esercizio di stile che altro, invece di
arricchire le canzoni. Comunque un cauto segnale da parte della band di voler
dare sin dall’esordio un andamento organico delle songs, invece di puntare solo
ed esclusivamente alla velocità. Un esempio è dato dalla quarta Crushing
Supremacy
: la canzone forse meno convincente del disco ma al tempo stesso la
più interessante. Basata su ritmi lenti (alla Gateways To Annihilation
per intenderci), è un continuo susseguirsi di alti e bassi che mettono in luce
sia i pregi ma anche i difetti di questi musicisti: buona padronanza tecnica,
discreto feeling ma carenza di carisma e di esperienza. Il resto del disco si
mantiene su livelli prettamente veloci e per questo meno interessanti, in quanto
si susseguono soluzioni e vocalizzi (un duo growl e scream) che seppur ben
eseguiti formalmente risultano alquanto inflazionati.

Massive Retaliation non verrà
certo annoverato fra i dischi migliori del genere, ma è sicuramente una buona
base su cui lavorare. Mezz’ora di buona musica che a prescindere da paragoni col
passato non mancherà di far allietare gli appassionati.

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