Recensione: Mean

Di Daniele D'Adamo - 14 Febbraio 2011 - 0:00
Mean
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Genere:
Anno: 2008
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Dopo aver masticato per bene Metallica, Anthrax e Slayer, nel 2007, in quel di Bologna, Mana (voce) e LuKa (batteria) decidono di mettere su il progetto Idols Are Dead. Completata la formazione con Ico e Alley-X alle chitarre, e Maxx C. al basso, i Nostri si mettono subito all’opera e, in men che non si dica, giungono al contratto discografico con la Scarlet Records. Non prima, tuttavia, di una clamorosa partecipazione all’Heineken Fest 2007 al fianco di grossi calibri come Iron Maiden, Slayer, Stone Sour e Mastodon. Una simile progressione di carriera non poteva che portare il quintetto romagnolo a incidere, nel febbraio del 2008, il loro primo e (sinora) unico full-length: “Mean”.

Il perché di un successo così immediato trova risposta in modo altrettanto rapido: gli Idols Are Dead propongono uno stile vicino al thrashcore, pieno zeppo – però – di spiccate melodie e di facili ritornelli. Quella sorta di miscuglio, cioè, fedele alla moda che vede gli adolescenti come degli ingordi divoratori di semplici armonie unite a un sound comunque duro e deciso. Un po’ come nel caso del metalcore, insomma; anche se qui l’impatto complessivo è meno urticante a causa del cantato in clean di Mana il quale, ahimè, non si discosta dalle migliaia di «Hetfield-cloni» che imperversano in lungo e in largo per il Mondo.

Comunque sia, il sound del combo italiano, così concepito, non presta il fianco a nessuna critica; poiché tutto è al suo posto, nulla emerge, niente affonda. L’equilibrio fra le varie parti musicali che reggono le canzoni del disco è, per quanto possibile, perfetto; frutto di un evidente supporto da parte della casa discografica per fabbricare «al volo» un prodotto professionale e, soprattutto, accattivante. La sezione ritmica a responsabilità di Maxx C. e LuKa non sbaglia un colpo, ma non si danna certo l’anima per uscire dal caldo rifugio dell’eterno quattro/quarti. Così come le chitarre, ben addestrate al palm-muting e capaci di tirar fuori, al momento giusto, riff e soli d’irreprensibile fattura. Mana si dimostra un cantante intonato e sicuro, serio e ben conscio del ruolo che occupa; ma anche un vocalist privo di personalità fra reiterazioni di linee vocali «metallica-ne», «yeah!» e «f**k off!» che non lo aiutano certo a trovare la strada lastricata della necessaria originalità.

Originalità che, inoltre, latita anche nel sound preso nel suo complesso: ascoltando e riascoltando, emerge sempre di più la sensazione di avere a che fare con i Metallica in versione easy, con qualche richiamo all’hard rock dei W.A.S.P. La freschezza del ritmo non manca, e difatti si batte il piede per terra con facilità; come non manca una buona dose di potenza, grazie ai riff intrecciati dalle due asce. Benché sia evidente l’impegno da parte di tutti quelli che hanno partecipato alla realizzazione di “Mean”, alla fine, la sensazione che si prova è quella di avere fra le mani un prodotto artificiale e prevedibile sin nei minimi dettagli, come se fosse stato concepito solo e soltanto per tagliare la maggior fetta di mercato possibile.

Concetto, questo, evidente in alcuni brani «da classifica» come “Let’s Do It”, “Dance With The Devil” o la «grunge-iana» “It’s So Easy”; scolastici e senza difetti, attraenti e fatti per piacere a chi, magari, non presta particolare attenzione in quel che ascolta. E come queste, anche le altre canzoni del CD (unica eccezione, la rutilante “Proud To Be Sick” dal trascinante riff portante) conducono allo stesso risultato: uno stile trasparente e artisticamente sottile, concepito per essere consumato in fretta e in quantità; scevro da approfondimenti e da riflessioni.

Per gli ascoltatori più smaliziati “Mean” non propone nulla di quanto non sia già stato suonato, con conseguente, immediato senso di noia a prevalere su tutto. Per chi invece conosce poco il metal e le sue derivazioni, gli Idols Are Dead possono rappresentare un buon punto di partenza: troppo poco, però, per far emergere il loro lavoro dalla linea della sufficienza.

Daniele “dani66” D’Adamo

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Track-list:
1. This Is Not The End 4:05    
2. Let’s Do It 3:27    
3. Dance With The Devil 3:34    
4. Pain For Sale 4:16    
5. Dirt 3:50    
6. It’s So Easy 3:08    
7. The Name Of The Rage 3:18    
8. Proud To Be Sick 3:13    
9. Twiggy 3:45

All tracks 33 min. ca.

Line-up:
Mana – Vocals
Ico – Lead guitar/Backing vocals
Alley-X – Rhythm guitar/Backing vocals
Maxx C. – Bass/Backing vocals
LuKa – Drums
 

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