Recensione: Measuring The Abstract

Di Angelo D'Acunto - 30 Gennaio 2009 - 0:00
Measuring The Abstract
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Anno: 2008
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76

Debutto su lunga distanza per i Terminal Function, combo svedese formatosi
nell’anno 1998 e con all’attivo tre demo registrati a cavallo fra il 2002 e il
2004. Nel 2007, la band viene messa sotto contratto dalla label americana
Willowtip, la quale cura la distribuzione del full-length d’esordio su
territorio americano, mentre la versione europea del disco viene affidata alle
cure della Candlelight Records.

Fra le maggiori influenze che si possono riscontrare durante l’ascolto di
Measuring The Abstract troviamo sicuramente chiari riferimenti al
sound di Meshuggah, Death e Zero Hour, più qualche deviazione dal retrogusto nettamente più industrial. Una
proposta musicale piuttosto variegata quindi, sempre a cavallo fra prog, death e
thrash. I brani presenti si fondano sopratutto su partiture complesse che danno
dimostrazione di quello che è l’elevato tasso tecnico in forza al combo svedese,
il quale si mette sempre in bella mostra con una esecuzione chirurgicamente
perfetta al millimetro. Tutto qui, solo tecnica e tante influenze diverse
mescolate fra loro? Per niente. I Terminal Function riescono in parte
nell’intento di mettere una buona dose di personalità all’interno dei
pezzi proposti, seppur i vari “omaggi” ai maestri risultino essere ben
distinguibili durante l’ascolto.
Già l’iniziale Spawn si presenta, nel migliore dei modi, con attacchi frontali
che si basano su quelle ritmiche sincopate tanto care ai Meshuggah, più una buona dose di parti effettate più “cybernetiche”. Sulla stessa
linea anche la successiva Room 101, traccia che in questo caso lascia spazio di
tanto in tanto a stacchi più progressivi con cori di voci pulite a tratti molto
catchy e chitarre in clean, come per dare un po’ di respiro alle orecchie dell’ascoltatore. In primo
piano c’è sicuramente l’operato di una sezione ritmica che affronta i pezzi con
la destrezza dei veterani, guidata principalmente dai riff serrati delle
chitarre della coppia Aronsson/Almgren; il tutto a sorreggere il cantato del singer
Victor Larsson, somigliante in molti tratti a quello di Chuck Schuldiner. Il restante
delle tracce presenti in tracklist continuano sì a pestare duro, ma lo fanno con una
certa intelligenza presa da lato più progressivo della band, che in qualche modo
limita i danni di un possibile appesantimento dei brani. Su tutte spiccano
sicuramente la schizofrenica Tactile, le escursioni solistiche più melodiche di
Cloning Assembly
e la progressiva Remote Views, quest’ultima caratterizzata da
inserti di synth al limite dello psichedelico.

Esordio piuttosto brillante, dunque. Measuring The Abstract non è solamente
un semplice mix di influenze diverse supportate da un elevato tasso tecnico, ma
bensì un disco composto da buone idee (seppur ancora abbastanza derivative) che
caratterizzano una serie di brani di livello qualitativo estremamente alto. Di
sicuro, per la prossima release ci sarà da lavorare di più sulla personalità, ma
viste quali sono le premesse, siamo sicuri che i Terminal Function
riusciranno a regalarci altre gradite sorprese per il futuro.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

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Tracklist:

01 Spawn
02 Room 101
03 Dissolving Soul Fragment
04 The Brain-Shaped Mind
05 Tactile
06 Cloning Assembly
07 Auroral Display
08 Remote Views

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