Recensione: Mecca

Di Andrea Loi - 8 Dicembre 2008 - 0:00
Mecca
Band: Mecca
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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95

“A volte ritornano”.
Consentitemi questa breve divagazione cinematografica/letteraria nel tentativo di esprimere, senza tanti giri di parole, la meraviglia per questa produzione di stampo melodico dopo che, nei tardi anni novanta, l’ AOR e più in generale tutto l’ hard rock tradizionale, si proposero in tono più dimesso rispetto ai fasti del decennio precedenti.
Non certo perchè la qualità venne meno. Tutt’altro.
Molti artisti fecero perdere purtroppo le loro tracce o peggio virarono decisamente verso sonorità poco consone al loro passato melodico. Mettiamoci poi la scarsa considerazione mediatica per un genere dato “per morto” dai non addetti ai lavori, più attenti ai cambiamenti di moda che alla qualità delle produzioni.

Tutte queste considerazioni rappresentano una debita premessa nel tentativo di dare il giusto risalto a questa perla dell’Aor di classe, “arrangiato in maniera sublime e frizzante nella proposta esecutiva” (cit.).
La classe, appunto, si dice non sia acqua. E se ai proverbi raramente si concede il beneficio del dubbio, possiamo affermare senza (s)cadere in imbarazzanti paragoni con illustri precedessori, che se “Loud and Clear” dei Signal può essere considerato a ragione l’album testimonial per eccellenza dei nineties, questo debut-album dei Mecca, non usurpa certo lo status di disco tra i più importanti e significativi degli ultimi dieci anni in ambito melodico.

Il progetto nasce nel 1999, mentre il disco, registrato a Nashville nel Tennessee, vide la luce nel 2002.
Al timone Fergie Frederiksen, che molti ricorderanno nei Toto nell’ottimo -ma incompreso- “Isolation” targato 1985 ma anche recentemente con Tommy Denander nel buonissimo “Baptism By Fire” del 2007, (senza dimenticare titoli meno noti come “So Fired Up” dei Le Roux del remoto 1983) e Joe “JV” Vena, cantante di Chigago dove il disco è stato prodotto e ha avuto parte della sua gestazione.
I due riescono ad “alternarsi” in maniera eccelsa alle lead-vocals, “dividendosi” le dieci canzoni che compongono la track-list di questo autentico masterpiece disco che, a ragione, aveva l’ambizione di entrare direttamente nell’ Olimpo delle produzioni più riuscite del genere.

I riferimenti ai capi scuola sono presto detti: Survivor,Toto e Journey in primis rappresentano la fonte di ispirazione più evidente.
Il progetto “Mecca” – che vide la partecipazione anche di David Hungate bassista fondatore degli stessi Toto – esprime tuttavia gran parte delle sue potenzialità nella superba produzione di Jim Peterik (ex Survior e mente creativa dei Pride of Lions, i cui echi di “The Roaring Of Dreams” risuonano ancora nelle nostre orecchie).
Dieci brani che trasudano classe cristallina ed eleganza da ogni solco.

Ci domandiamo, quali altre garanzie bisognerebbe offrire per convincere un ipotetico ignaro lettore della bontà di quest’album, arrangiato con gusto e spumeggiante nella proposta esecutiva…
I brani? Difficile scegliere tra tanta abbondanza.

“Velocitized” vivace e briosa come ogni opener che si rispetti, riesce subito nell’intento di mettere le carte in tavola e catturare l’attenzione. Divertente nel refrain con una cadenza fortemente dinamica, rivela tratti dai forti richiami “rock ‘n’ roll”.

Ma è “Without you” con un pre-chorus epico e travolgente a confermare le ottime premesse.
Siamo seri, in quanti altri album abbiamo sentito il pomp magistrale e solenne di “You Still Shock Me”?. Oppure il dolce arpeggio che introduce “Can’t stop love”? E’ il primo pezzo tra l’altro, dove Frederiksen e Joe Vena interpretano in simbiosi, valorizzando l’esecuzione in un brillante crescendo caricato di un’espressività dai contorni più hard oriented.
L’urgente “Silence Of The Heart” accentua la dimensione più romantica e meditata del disco, rappresentando il gustoso antipasto al momento più riuscito, la pomp-oriented “You Still Shock Me” di scuola tipicamente Asia-oriented. Il brano fa decollare definitivamente le quotazioni del disco. Determinato e grintoso, è dominato da un fraseggio di chitarra trascinante e da un cantato che dimostra tutta la carica hard-rock di Frederiksen: sofferto e sostenuto ma che trasmette alla song stessa un’ espressività dall’impatto devastante.

La tile-track ci riporta invece su territori più morbidi. È forse il momento in cui più traspare tutta la classe dei musicisti e dove la voce di Vena si trova più a suo agio (“I’ve always seen myself as a ballad and finesse type of singer”, disse lo stesso singer, quando il progetto prendeva forma e decideva di avvalersi del contributo dell’ amico Frederiksen)
“Whising Well”, infatti, è appannaggio nuovamente dell’ ex toto. La scuola anni ’80 riemerge in tutta la sua maestosità.

Impossibile non raccontarvi ancora le emozioni di “Close That Gap”. Superba ballad, perfetta per una serata romantica, trae giovamento dall’ indovinato arrangiamento che vede il pianoforte in netta evidenza nei cinque minuti che caratterizzano il pezzo.
Finito? No. C’è ancora tempo per “Blinded By Emotion”, meno orecchiabile, quasi un inno ai Toto e affidata a Fergie, che la nobilita coi suoi vocalizzi e la sua versatilità di notevole pregio, e per la conclusiva “Falling Down”, ancora un omaggio alla classe della band di Los Angeles. Un chorus da far accapponare letteralmente la pelle arricchito da backing-vocals che ancora una volta danno la certezza dell’ altissisma qualità della musica presentata e della classe che trasuda da ogni solco.

Ignorare questo full-length per ogni appassionato della melodia è un delitto da codice penale. Fatelo vostro ad ogni costo.

“Look out Nashville, here comes Mecca…”
“La Mecca” dell’ Aor!.

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Tracklist:

01. Velocitized 3:45 °
02. Without You 4:19 *
03. Can’t Stop Love 4:58°*
04. Silence Of The Heart 5:26*
05 .You Still Shock Me 5:03°
06 . Mecca 5:17 *
07. Wishing Well 4:46°
08. Close That Gap 4:57*
09 .Blinded By Emotion 4:29°
10 .Falling Down 4:53*

Line Up:

Joe “JV” Vena – Voce*
Fergie Frederiksen – Voce °
Mike Aquino – Chitarra
David Hungate – Basso
Shannon Forrest – Batteria / Percussioni
Jimmy Nichols – Tastiere

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