Recensione: Medusa

Di Francesco Sorricaro - 4 Luglio 2010 - 0:00
Medusa
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Genere:
Anno: 2009
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62

Vengono dall’assolata isola di Malta i Knockturn Alley, giovane band votata al verbo del metal più diretto e moderno o, come qualcuno potrebbe definirlo, quello oggi più in voga, in particolare oltreoceano. I cinque figli del Mediterraneo che, per la maggior parte, sfoggiano nomi di chiara origine italica, dopo un primo EP, The Dream is Dead del 2006, hanno deciso, dopo tre anni di avvicendamenti in line-up ed esperienze dal vivo evidentemente positive, di autoprodursi questo disco d’esordio, e ci hanno messo dentro davvero tutta la cura e la volontà che possedevano. Il risultato è Medusa: un disco che strizza l’occhio al death melodico di stampo scandinavo ed al tanto discusso ed abusato metalcore, condendo il tutto con dignitose venature progressive e qualche spruzzo di mathcore e post-hardcore che fa tanto intellettuale.

Le dieci tracce presentate, nel complesso, risultano oneste ed abbastanza godibili. Si parte subito forti con Under a God-like Sun, la traccia senz’altro più articolata del lotto; intricata nelle trame ma comunque veloce e divertente con le sue frequenti ripartenze è la classica cartuccia migliore sparata in partenza, per celare le rimanenti consapevolmente non all’altezza. Difatti, la seguente The Sinner, The Martyr è, di contro, la più lineare e commerciale con il suo metalcore a la Killswitch Engage e, da questo punto in poi, il disco comincia a scadere nel banale. Si sprecano i clichè del caso come il cantato rabbioso su riff taglienti che disegnano continui sali-scendi emozionali, ed innocue melodie che viene facile anche fischiettare spensieratamente durante l’ascolto. Ci sono, è vero, anche momenti un po’ più, come dire…. granitici, come brani dal sapore più death quali Bringing Back The Terror col suo incedere solenne o Deadly Twist of Fate ma bisogna giungere all’ascolto dell’acustica strumentale Contrasts… per avere qualcosa di leggermente più spiazzante, ed è tutto dire.

Dopo una traccia come Epilogue (Cities Burn), che sembra, a tratti, un vero e proprio omaggio agli ultimi Children of Bodom, e quando tutto ormai sembra concludersi apaticamente così come era iniziato, finalmente ci si imbatte in un dolce dessert. L’accoppiata che chiude l’album, infatti, composta da un’altra strumentale e dalla titletrack, costituisce l’atteso salvataggio in corner che lascia un velo di curiosità sul futuro di questa band. Le atmosfere sfumate di …Contradictions, che sfociano dolcemente nella mastodontica Medusa, fanno scoprire un lato più maturo dei Knockturn Alley, fin ora rimasto nascosto. Le due tracce, inspiegabilmente separate tra loro ma unite da un mood crescente ed inscindibile, danno vita ad un tripudio articolato di stati emotivi. Costituendo, nello scorrere dei secondi, una serie di momenti diversi colorati anche da sonorità differenti, come il prog a la Rush che irrompe a circa un minuto dall’inizio di Medusa, e dando vita a continui e godibili climax di emozionalità, i circa 10 minuti di musica che concludono Medusa sono dimostrazione della tecnica comunque nel bagaglio dalla band ed indice, soprattutto, di un barlume di fantasia in più rischiato solo sul finale, in questo momento particolarissimo rispetto a quanto precedentemente ascoltato.

Sarà che magari i vari brani sono stati scritti in lassi temporali differenti, sarà che per il disco d’esordio, e contando che partivano da Malta che non è propriamente Los Angeles, abbiano voluto scegliere dei pezzi dal maggior appeal sul breve periodo per riuscire ad accaparrarsi la maggior quantità di scritture possibili, resta comunque il fatto che Medusa, nonostante la sua innocua banalità di fondo dovuta alla saturazione totale del mercato di prodotti come questo, non è un disco del tutto da buttare via, e questo soprattutto per i piccoli spiragli che hanno lasciato aperti, facendo sperare su un eventuale proseguimento della loro carriera per poter verificare i loro passi successivi. Sempre che non si tratti semplicemente di ingannevoli casualità…..!

Francesco ‘Darkshine’ Sorricaro

Tracklist
01. Under a God-like Sun  04:55
02. The Sinner, The Martyr  05:20
03. Reverie  04:16
04. Bringing Back The Terror  04:34
05. Contrasts…  02:06
06. This SIlence is a Threat  05:02
07. Deadly Twist of Fate  05:13
08. Epilogue (Cities Burn)  03:45
09. …Contradictions  01:50
10. Medusa  08:29

Durata totale  45:29

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Anno: 2009
62