Recensione: Megalodon [EP]

Di Stefano Burini - 19 Dicembre 2012 - 0:00
Megalodon [EP]
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
65

Se c’è una band, peraltro molto sottovalutata, che può affermare di aver fatto più o meno di tutto durante la propria lunga carriera (e molte volte tracciando, o contribuendo a tracciare, la via), quelli sono proprio i Corrosion Of Conformity. Nati in Carolina del Sud nel 1983 per mano di Mike Dean (basso e voce), Woody Weatherman (chitarra) e Reed Mullin (batteria), i COC hanno attraversato numerose fasi, dall’hardcore punk degli esordi (“Eye For An Eye”) passando per il crossover thrash di “Animosity” fino all’approdo verso sonorità che mixavano in maniera sempre più ardita il thrash, l’heavy sabbathiano e lo stoner/sludge tipiche degli anni novanta e dei primi duemila.

Non si è mai trattato di artisti particolarmente prolifici, ma dopo il 2005, con il diradarsi delle apparizioni in studio e con il coinvolgimento sempre più totale di Pepper Keenan nei Down, i COC parevano essersi un po’ persi per strada. Ci sono voluti ben sette anni per vederli ritornare in pista, seppur in formato ridotto a power-trio, con un album autointitolato che ha registrato il rientro in squadra di Reed Mullin e che ha visto Dean curare tutte le parti vocali che nei precedenti quattro lavori erano state appannaggio di Keenan, tuttora in “pausa” ma non ancora ufficialmente fuori dal gruppo.  

Come per altre band cresciute nell’ambito o comunque a contatto con la scena hardcore punk /crossover thrash (Melvins, Black Flag, Discharge e molti altri), la discografia dei Corrosion Of Conformity è costellata da numerosi EP a corollario (o a completamento, a seconda dei punti di vista) dei vari studio-album. “Megalodon”, reso disponibile dalla band per il download gratuito, è solo l’ultimo della lista, preceduto da “Technocracy” (1987), “Six Songs With Mike Singing” (1989) e “Your Tomorrow Parts 1 & 2” (2010).  

Per essere un disco degli anni 2010, c’è ben poco di “digitale” in questo EP ed è una sensazione che si coglie sin dal primo ascolto. Rispetto a quanto eravamo stati abituati ad ascoltare nel recente passato il sound risulta molto più grezzo e rugginoso e questa scelta va di pari passo con brani a base di uno sludge/stoner ridotto all’osso, dominati da riff pachidermici e dal cantato al vetriolo di Mike Dean, nei quali non trova spazio alcun genere di orpello o di abbellimento.

“Feed On” apre le danze all’insegna di un giro di chitarra che sarebbe di certo piaciuto agli Sleep e di un cantato allucinato e sgraziato, certamente discendente di certo verseggiare tipicamente ozzyano, tuttavia è con il cambio di ritmo intorno ai due minuti e trenta e le successive incursioni in territori hardcore punk che ritroviamo i COC esattamente come ce li ricordavamo. Con “Priest Brains” la discendenza hardcore si fa ancora più marcata e la traccia si rivela breve ed incisiva pur senza far gridare in alcun modo al miracolo. Decisamente di un altro livello “The Megalodon”: il riff è più elaborato (e sempre debitore di certo sludge/stoner), gli impasti vocali, stranianti alla maniera degli Alice In Chains, si fanno più interessanti ed il bell’assolo ad opera di Woody Wheaterman corona degnamente il tutto. La successiva “Strong Medecine Too Late” batte territori affini alla title track, seppur soffermandosi maggiormente su partiture di matrice thrash/hardcore, ma forse la più riuscita è proprio la conclusiva “The Vulture”, una scheggia di metal tipicamente “made in COC” spedita, divertente e valorizzata da un gran lavoro di basso oltre che dalla melodia probabilmente migliore sentita finora.  

Giunti al termine di questo EP risulta evidente come ogni nota in esso contenuta sia già stata suonata (e spesso, va detto, anche con risultati migliori) in almeno uno dei vecchi lavori targato Corrosion Of Conformity. D’altro canto, pur in assenza di lampi di genio e pur perdendo il confronto con il più riuscito “The Bulls & The Bees” sorta di EP “gemello” ad opera dei cugini Melvins ,uscito la scorsa primavera, “Megalodon” ci regala (è proprio il caso di dirlo) cinque canzoni godibili e di buon livello qualitativo: lamentarsi sarebbe davvero ingeneroso.  

Stefano Burini

Discutine sul fourm nel topic relativo ai Corrosion Of Conformity!

 

Line Up

Mike Dean: basso e voce

Woody Weatherman: chitarra

Reed Mullin: batteria  

 

Tracklist

01. Feed On   04:56

02. Priest Brains   02:58

03. The Megalodon   04:03 

04. Strong Medecine Too Late   04:08

05. The Vulture   02:45    

Ultimi album di Corrosion of Conformity