Recensione: Meridies

Di Daniele Balestrieri - 9 Ottobre 2009 - 0:00
Meridies

Quando si dice che le cose fatte bene, alla fine, pagano sempre.
Non è la prima volta che i Legion of Darkness sono ospiti delle nostre pagine, e sia nel caso di “Cantus” che nel caso di “Legion of Darkness”, la band siciliana si è fatta notare per la particolare destrezza nell’affrontare un genere complesso come il black metal mediterraneo. Con un simile biglietto da visita, è lecito aspettarsi un altro lavoro di grande portata che deve essere valutato con calma e minuzia. Nonostante, ancora una volta, i nostri Lord Inferos, Flagellum e Adranor centellinino la loro produzione rendendo disponibile solo il minimo indispensabile per avere un assaggio del loro lavoro, il demo risulta di una lunghezza interessante grazie alla opener “Sentenced to Eternity” che raggranella oltre 11 minuti di black metal di primissima scelta.
Anzi, chiamarlo black metal è per lo più riduttivo, ma del resto c’era da aspettarsi un lavoro di una simile caratura: il nome Adranor non ci è nuovo grazie all’ottimo “Leggenda” che brillava, più che per tecnica allo stato brado, per un inedito e originale arrangiamento dei pezzi proposti. La scena mediterranea non è nuova a lavori che ricalcano il black metal ferale delle origini arricchendolo con un sapiente uso di percussioni speciali, strumenti classici e cantato a più livelli. “Meridies” è questo, e molto di più. L’odore è tipicamente norvegese si mischia con il sapore speziato palesemente mediterraneo creando una mistura il cui dosaggio è molto difficile e che spesso distrugge tante band alle prime armi.
Il loro è un pagan metal inteso nella sua accezione più arcaica e primigenia: il tempo è l’ultimo dei loro problemi e la decisione si sviluppare le tracce come piccoli poemi epici della durata giusta – mai troppo corti, come comanda l’ABC del black metal norvegese, e mai troppo lunghi, come impartisce il libro del pagan europeo – si rivela quantomai azzeccata. Gli esplosivi cori paideici sembrano provenire da un assedio attorno alle mura di Troia e le tumultuose melodie dal ritmo spiccatamente cinematografico inducono a viaggiare con la mente, di riff in riff, di costruzione in costruzione, a un moderato epos che ricorda le brillanti evoluzioni di band come Orphaned Land, per esempio, felice paragone anch’esso di casa mediterranea.

Coraggiosa e intensa è “Ithaca“, traccia acustica che brucia come il sole del Peloponneso e che introduce strumenti derivativi come violini e chitarre classiche senza tradire la natura dell’opera. Quello proposto non è un black metal rivoluzionario al quale bisogna acclimatarsi: le basi sono solide e le vecchie volpi del genere si troveranno immediatamente a proprio agio, gustando al meglio le intricate soluzioni offerte nel corso dei tre brani.
Il full length completo – che verrà proposto dall’etichetta Dark Babel Records, conterrà altre due tracce, “Ek Pètras” e “Ciclo D’Acciaio“, che non sono state incluse nel promo nemmeno ad uso stampa: uno scatto di hybris ellenico della triade siciliana in perfetta coerenza con il genere e le atmosfere proposte.
In fondo al vaso (a vernice rigorosamente nera) rimane una amara considerazione: in un mondo utopico, gruppi del genere dovrebbero guidare il mercato, a differenza delle migliaia di band copycat che circolano tra le major semplicemente perché provengono da paesi più progressisti o perché hanno le conoscenze giuste. Sono contento che abbiano già trovato una label, è un buon inizio, e mi attendo dei passi da gigante. Se ciò non avverrà, sarà l’ennesimo talento gettato nella polvere. 91 al primo, 91 al secondo… e non meno di 91 anche al terzo. In bocca al lupo (minotauro?), ragazzi.

Daniele “Fenrir” Balestrieri

Discutine sul forum dedicato al genere!

TRACKLIST:

1. Sentenced to Eternity
2. Songs of war
3. Ithaca