Recensione: Metallvm Italicvm

Di Alessandro Calvi - 15 Luglio 2015 - 15:28
Metallvm Italicvm
Band: Hesperia
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2015
Nazione:
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78

“Metallvm Italicvm” è l’ultimo capitolo della quadrilogia pensata, scritta, suonata, cantata e, letteralmente, sudata, da Hesperus. Si conclude qui, dunque, il viaggio di Enea (e nostro) alle radici dello spirito italico, in attesa che la vulcanica mente del mastermind degli Hesperia partorisca un nuovo disco e/o un nuovo concept.

Ma cosa dobbiamo aspettarci da questo “Metallvm Italicvm”?
Chi conosce gli Hesperia e ha avuto modo di ascoltare i precedenti album (o di leggere le nostre recensioni), sa già, almeno in parte, cosa si troverà ad ascoltare una volta messo il CD nel lettore. Eppure ogni nuova uscita è un nuovo tassello, un nuovo pezzo del puzzle che compone un affresco sempre più ampio e articolato. Un nuovo scalino nell’evoluzione musicale e sperimentale di Hesperus.
Nati, ormai molti anni or sono, come progetto solista black, gli Hesperia ormai sfuggono da qualsiasi classificazione di genere. Il black è un lontano ricordo che torna a farsi sentire sempre più di rado, solo in qualche passaggio vocale e in qualche sporadico riff. Il concept non è più al servizio del genere, se mai lo è stato, incastrato a forza tra le spesse pareti dell’etichettatura dei fan. Al contrario sono i generi, praticamente tutti, anche e soprattutto quelli esterni al metal, al servizio del concept.
Già con il precedente disco vi era stato un grande passo verso il distaccamento da un genere musicale univoco. Una scelta che aveva portato con sé l’impressione di una certa facilità di ascolto, una maggiore semplicità e linearità nelle composizioni. In realtà si trattava di una sensazione illusoria, dovuta al sovente ricorso a generi musicali meno “pesanti” e destinata a venir spazzata via dopo diversi ascolti, allorché ci si accorgeva della ricchezza sia melodica che strumentale del disco.
Un ulteriore, forse definitivo, passo evolutivo, Hesperus lo fa con questo “Metallvm Italicvm”. Scordatevi il black, o forse bisognerebbe quasi esser più drastici e dire direttamente: scordatevi il metal, perché in questo CD la componente metal, per quanto ancora molto presente, se non in musica almeno in spirito, non è più il centro attorno a cui tutto ruota. Il centro è il concept e la musica, qualsiasi musica, diviene solo un mezzo per renderlo al meglio.
Così ecco spazio alla sinfonia e alla lirica (anche grazie alla partecipazione del tenore Christian Bartolacci), al black, all’heavy classico, ma anche alla musica popolare italiana e al folk. A tutto questo, inoltre, non bisogna dimenticare l’apporto, decisamente unico e particolare, dato dagli strumenti musicali “storici”, come cimbali, lira, cetra, sistro, etc. tutti suonati da Hesperus stesso. Ognuno di questi ingredienti viene utilizzato solo quando serve, di volta in volta per dare levità o epicità, aggressività o melodia alla storia che si sta raccontando.
A Hesperus va il merito di esser riuscito ad articolare e a far convivere a così stretto contatto tante anime così diverse, scrivendo brani che riescono a passare dall’una all’altra senza soluzione di continuità. Agli ospiti, tanti, tantissimi, dagli Ecnephias ai Nokturnal Mortum, fino agli strumentisti che si sono cimentati con tutti gli svariati strumenti, il plauso per aver partecipato a dare corpo e sostanza, con tante variabili e sfumature, a un disco che sicuramente lascia il segno.

A margine due parole anche sulla “confezione” del disco.
Sempre più spesso i dischi possono essere acquistati anche solo in formato digitale, presso questa o quella piattaforma on-line. In alcuni casi si può addirittura comprare solo i due o tre brani preferiti tra la dozzina, o più, che compone l’intero l’album. In un mercato sempre più virtuale, ma anche veloce e aleatorio, e sempre meno fisico, e disposto a dare più di un ascolto per penetrare fino in fondo il significato vero dei brani, Hesperus fa un’operazione in controtendenza. Il CD, infatti, contiene un gran numero di contenuti aggiuntivi, di foto, di approfondimenti dell’Eneide, evidente frutto di un gran lavoro e un grandissimo impegno per la realizzazione di questo progetto.

Per concludere potremmo dire che non poteva esserci chiusura migliore per la quadrilogia sull’Eneide virgiliana, di questo “Metallvm Italicvm”. Un disco che segna una ulteriore evoluzione, assolutamente a tutto tondo, del sound degli Hesperia, infrangendo le barriere di genere. Di certo non è un disco per tutti, destinato solo a coloro che riescono a guardare oltre il proprio recinto. Quanto a noi non ci resta che attendere, per scoprire cosa Hesperus ci vorrà riservare per il futuro. Nel frattempo potremo ingannare l’attesa con un po’ di buona musica.

Alex “Engash-Krul” Calvi

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