Recensione: Metalness

Di Eugenio Giordano - 24 Febbraio 2004 - 0:00
Metalness
Band: Reapers
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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70

In Italia esistono band capaci di suonare Heavy Metal classico senza temere paragoni e superando ogni possibile catalogazione e preconcetto, senza ombra di dubbio questo “Metalness” rappresenta l’esordio di un nuovo vanto del metal italiano, i Reapers.

I Reapers sono autori du un sound integerrimo, orientato verso il passato storico della nostra musica, fino alle radici del metal, la band possiede una potenza e uno stile davvero sconcertanti e non appartiene minimamente all’attuale trend power imperante nel nostro paese, la prima impressione che vi passerà per la mente ascoltando questo “Metalness” sarà l’incredulità, perchè credetemi, stenterete a credere alle vostre orecchie. I nsotri quattro sfoderano uno stile tagliente come un rasoio fatto di chitarre dirette e acide, una carattersitica che li avvicina al metal britannico degli anni che furono. A questo si unisce una interpretazione vocale convincente e vibrante che non ha nulla a che spartire con i cantanti power oggi in azione nel nostro paese. Non meno convincente è la sezione ritmica, giustamente semplice ma innegabilmente efficace, inarrestabile. Non aspettatevi brani particolarmente complessi o ambiziosi, i Reapers puntano su pezzi fruibili in sede live ma mai scontati sotto il profilo compositivo. La band dimostra un talento innegabile nel saper comporre pezzi personali elaborandoli all’interno dei canoni classici del metal senza apparire ripetitivi o senza scadere in un sound sovrapponibile a quello di altre band del passato. I Reapers sono una band che appartiene alla vecchia guardia del metal, una band fatta per suonare live, una band da ascoltare con una birra in mano in un pub di periferia, devo essere sincero dicendovi che per me ragazzi come i Reapers meriterebbero di calcare i palchi più prestigiosi, e senza dubbio dovrebbero contare su una promozione e su un supporto migliori rispetto a quelli offerti dalla francese Deadsun Records. Non capisco come sia possibile, alla luce di una scena underground così florida, che una band con questa attitudine non abbia trovato casa presso una delle label indipendenti nostrane, è un vero peccato per il metal italiano. La produzione del disco è prevedibilmente minimalista, con questo non voglio dire che “Metalness” sia un disco prodotto in maniera non adeguata, sotto il profilo tecnico il disco è molto competitivo e la produzione esalta al massimo l’attitudine sincera della band.

Si comincia con la title track che chiarisce subito le intenzioni del gruppo, con questo pezzo i Reapers spazzano via qualsiasi dubbio in merito al loro talento, una prova di classe fatta di metal classico e passione. Più elaborata ma sempre molto diretta e graffiante “Hate never stops” sfodera un guitar work da annali del metal, certo i Reapers non inventano nulla ma spaccano di brutto e sono veramente ispirati. Per vari motivi, per esempio le chitarre e l’interpretazione vocale, questi ragazzi mi hanno ricordato i Vanadium e credo questo sia uno dei migliori complimenti che si possano fare. Il tiro del disco non si spegne assolutamente neanche con la terza “Pain war” una canzone matura e dinamica, posso solo immaginare l’impatto live di un brano come questo che spero possa convincere tanti metallari che ancora non conoscono questi ragazzi. E’ tempo per un brano strumentale intitolato “Copernical Thinkage” basato interamente sulle chitarre e su una sezione ritmica inarrestabile, veramente un bel lavoro. Le ostilità riprendono con la stessa cattiveria nella successiva “Knights of the night” dove i Reapers proseguono il platter all’insegna del metal classico e integerrimo che farà felici gli amanti di queste sonorità. Oscura e misteriosa “Crying soul” è una delle canzoni più ambiziose del disco ma non si perde in passaggi prolissi o parti ripetute, il cd non ha cali sonori nemmeno in questo caso, anzi la band si dimostra veramente concreta. Non ci sono concessioni nemmeno con la successiva “Reapers from hell” che si dimostra l’ennesima dichiarazione d’amore per il metal nella sua forma più vera e potente, brani come questi sono una manna per chi ama il vero metal. In conclusione “Angels of metal” non sposta di una virgola la direzione dei Reapers, ormai sono completamente soddisfatto da quanto ascoltato su questo “Metalness”.

C’è poco da aggiungere ragazzi, oggi in Italia abbiamo band di massimo valore relegate all’undeground, speriamo che i Reapers possano raggiungere un pubblico abbastanza numeroso da riuscire a spiccare il volo verso i piani alti della scena metal europea. Posso solo consigliare a tutti coloro che amano il metal classico di ascoltare senza indugi “Metalness”, un disco che non li deluderà sicuramente.

1 Intro

2 Metalness

3 Hate never stops

4 Pain war

5 Copernical thinkage

6 Knights of the night

7 Crying soul

8 Reapers from hell

9 Angels of metal

    

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