Recensione: Militia Of Death

Di Daniele D'Adamo - 18 Gennaio 2011 - 0:00
Militia Of Death
Band: Evil One
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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58

Nei primi anni della sua esistenza, il thrash richiedeva un’attitudine «da cattivi». Suoi temi ricorrenti erano le facce truci, gli abiti di jeans ricoperti da pezze e spille, i bracciali con le borchie, le chiome lungo-crinite e, in ultimo, un’autoironia pari a zero. Sinché, nel giugno 1986, giunsero i teutonici Tankard con il loro “Zombie Attack” per dimostrare al Mondo che – suonando thrash – ci si poteva divertire anche in maniera goliardica e, perché no, prendendosi un po’ in giro.

Memori delle gesta dei tedeschi nati a Francoforte sul Meno, i francesi Evil One provano, oggi, a ricercare quel clima di festa tipicamente irrorato da abbondanti piogge di birra e allietato da una brutale scarica di thrash allo stato puro. Lo fanno con “Militia Of Death”, terzo full-length di una carriera iniziata nel 1997, passata per un bel pezzo a masticare gothic prima di giungere alla tipologia musicale attuale.
Nonostante un’orrida e malata copertina, i transalpini sciorinano un thrash fresco, sano e moderno, seppur ancorato agli stilemi cari ai Maestri della Birra. Come si può immaginare, inutile aspettarsi un genere raffinato ed elaborato: il thrash eruttato dal combo di Cergy è diretto e frontale, privo di fronzoli e orpelli. Un thrash tuttavia potente e pulito, trascinante e dinamico. Il missaggio e la masterizzazione di Herman Frank degli Accept hanno sicuramente giovato alla resa complessiva del prodotto, poiché tutto si presenta in modo ordinato e perfettamente leggibile: un suono «alla tedesca», insomma.   

Il gruppo è assieme da una quindicina d’anni e si sente, giacché la coesione fra i vari musicisti è più che buona così come la compattezza del suono. Lo stile, invece, non è così personale; non arrivando, cioè, a quell’unità d’intenti che caratterizza i migliori act della specie. Il sound dei ragazzi provenienti dall’Île-de-France è, infatti, simile a tanti altri e, davvero, diviene difficile riconoscerli velocemente nell’enorme, brulicante massa di gruppi che praticano lo stesso genere. Il ritmo è il solito: mai troppo veloce, assestato su un sempiterno – ma preciso – quattro quarti che, perlomeno, non causa danni all’udito. Una sezione ritmica che Loustic e Speedos interpretano al meglio delle loro possibilità, evitando sì strafalcioni ma rimanendo nel buio dell’anonimato. È più che buono, invece, il lavoro delle chitarre di Freddy e di Kriss, abili nella tecnica del palm-muting e, soprattutto, autori di soli di pregevole fattura: un guitarwork completo anche nella ritmica, che denota un’evidente e lunga militanza nel campo. La prestazione vocale di Frédéric, vera nota dolente dell’intera faccenda è, purtroppo, scarsa: poco aggressiva, a volte addirittura stonata e in gran parte responsabile della poca peculiarità posseduta dal sound degli Evil One. «Purtroppo», poiché vanifica se non tutto, almeno in parte, le egregie armonizzazioni elaborate dalle sei corde. Non a caso, la strumentale “Instrumetal” è il miglior brano di “Militia Of Death”.

A proposito di canzoni, nemmeno in questo caso si deve gridare al miracolo; tuttavia qualcosa di buono c’è. A parte la già menzionata “Instrumetal”, cartina al tornasole delle buone potenzialità tecnico/artistiche della band (escludendo il cantante…), è subito evidente la cover della leggendaria “Fast As A Shark” degli Accept che, in questa sede, viene modernizzata e rinvigorita come si deve. Originale il duetto fra l’opener “Militia Of Death” e la conclusiva “Militia Of Beer”, uguali nel trascinante ritornello (a parte la differenza «death/beer»), con quest’ultima a fare il verso a “(Empty) Tankard” (da “Zombie Attack” del 1986). Ottime per un sano headbanging senza pretesa alcuna “Evil Invasion” e “In The Dead Of The Night”, dagli anthemici refrain. C’è spazio anche per la ballata, “Memories”, carina ma nulla più. Per il resto, poco o niente da mettere a memoria.

“Militia Of Death” non può raggiungere la sufficienza in virtù dei difetti sopra evidenziati, specificamente individuati nel vocalist e in una congenita scarsezza di personalità. La buona qualità esecutiva, l’ottima produzione e un insieme di canzoni semplici ma godibili salvano in corner gli Evil One che, quindi, non vanno a fondo, ma restano a galleggiare sul pelo dell’acqua.
Solo per thrasher incalliti e, anche, ghiotti di birra.

Daniele “dani66” D’Adamo

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Track-list:
1. Militia Of Death 3:55    
2. Evil Invasion 3:42    
3. In The Dead Of The Night 3:19    
4. Straight To Hell 4:09    
5. Baptized By Fire 5:03    
6. Memories 5:37    
7. Fast As A Shark (Accept’s cover) 4:10    
8. Suicide Fanatics 4:52    
9. Instrumetal 5:12    
10. Militia Of Beer 7:51

All tracks 47 min. ca.

Line-up:
Frédéric – Vocals
Freddy – Guitar
Kriss – Guitar
Loustic – Bass
Speedos – Drums

Special Guests:
Jeff Waters (Annihilator) – Solo Guitar on “Militia Of Death”
Betov (ADX) – Solo Guitar on “Straight To Hell”
Gerre (Tankard) – Lead Vocals on “Militia Of Beer”
Herman Frank (Accept) – Solo Guitar on “Suicide Fanatics”
 

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