Recensione: Miserable Frame

Di Nadia Giordano - 27 Novembre 2013 - 0:10
Miserable Frame
Band: Balrog
Etichetta:
Genere:
Anno: 2013
Nazione:
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70

I BALROG sono una band di Busto Arisizio (VA) nata nel  2003 con l’idea di proporre un repertorio fuori dagli schemi. Nel 2005 esce il primo demo, con una formazione che vede alla voce l’ex-singer Corrado Capettini, alle chitarre Andrea Tibiletti e Stefano Luoni, al basso Andrea Bossi ed alla batteria Tommaso Colombo. Nel 2008 pubblicano il secondo demo “The Rise” che vedrà la sostituzione di Capettini con Roberto Pavesi, ma i cinque non riescono ancora a trovare il giusto equilibrio, fino all’arrivo di Stefano “Obscure” Castagna. Con quest’ultimo, firmano, nel 2010, il contratto con la MyGraveyard Production ed escono con il loro primo full-length “A Dark Passage”.

Di primo acchito, il nome del gruppo potrebbe trarre in inganno, in quanto si fa riferimento ad una creatura inventata da Tolkien. Di conseguenza,  l’ascoltatore potrebbe pensare di avere tra le mani un disco power, con sonorità vicine a quelle dei Rhapsody Of Fire o Luca Turilli della situazione. Nulla di più sbagliato! Quello che emerge è estremamente lontano e di difficile catalogazione.

In “Miserable Frame” vengono proposti vari tipi di stili, dal prog fino al thrash. Tutto questo regala all’ascoltatore un qualcosa di differente rispetto ai consueti canoni del genere. Si va dai continui cambi di tempo – caratteristici del prog – agli assoli di chitarra, a tratti maideniani, fino alla voce roca e growl che ricorda, a grandi linee, lo stile di esecuzione di Chris Boltendahl, cantante dei Grave Digger, cosa che viene messa maggiormente in evidenza nella title-track e nella traccia “Dark City”. Particolare attenzione va posta anche nell’intro di “Wings Of Deabuchery”…molto molto “Angel Of Death” degli Slayer.

Personale appunto: avrei scambiato la traccia conclusiva “Company Of Death”, estremamente dinamica con la precedente ballad “Dealing With The Tempest”, questo perché, un generico ascoltatore  – poco attento –  potrebbe far terminare prima del tempo e in modo alquanto brutale, la riproduzione di “Miserable Frame”. In conclusione, sebbene i cinque bustocchi abbiano messo tanta carne al fuoco, i suoni puliti e senza sbavature, uniti al particolare timbro del singer Stefano “Obscure” Castagna, rappresentano il loro caratteristico biglietto da visita.

Non bisogna però tralasciare il lavoro eseguito dalla MyGraveyard Production, che rende il tutto omogeneo ed equilibrato, anche se  le basse frequenze risultano essere un po’ sacrificate. Quasi tutto “Miserable Frame” è contraddistinto, come già detto in precedenza, da sonorità complesse e non subito immediate, scordatevi il solito ritornello orecchiabile che vi resta in testa fin da subito.

Proprio per questo, ad un primo ascolto,alcuni di voi potrebbero storcere il naso,  ma consiglio di approfondire la realtà di questa band, perché si discosta da quello che siamo abituati ad ascoltare in ambito heavy metal… insomma, per farla breve, ne vale la pena.

 

Nadia “Spugna” Giordano

 

 

 

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