Recensione: Misery

Di Giuseppe Casafina - 17 Maggio 2015 - 23:01
Misery
Band: Disentomb
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2014
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
88

Bene, cominciamo subito sparati a mille affermando che “Misery” è uno di quei dischi che fanno paura, nel vero senso della parola.

Fanno paura perché fa paura in sé il concetto che una band possa diffondere tanta essenza ferale senza inventare nulla di nuovo: è un concetto ripetuto tante altre volte quest’ultimo (come nel caso di un altro ‘best of’ del 2014, “For I Am Genocide” dei greci Mass Infection) ma che a quanto vedo in molti casi si rivela essere dannatamente efficace. La ragione è semplice: tutto è già stato inventato e, salvo improbabili contaminazioni ‘reggae-industrial metal’ servite da altrettanto improbabili esseri rastafariani dai ‘cyber-dreadlocks’ armati di chitarre appuntite, la sola ragione per creare musica valida ora e negli anni futuri è e sarà sempre quella di essere pienamente convinti di quello che si fa.

Questo platter fornisce un immenso ammontare di credibilità e compattezza all’ensemble australiano, caratteristiche su cui ben sperare per gli anni futuri, soprattutto se sarà capace di evolversi a ogni nuova uscita su questi livelli.

Si parte con una delle più belle copertine mai prestate negli ultimi anni alla corte del death metal, un disegno ad opera del noto designer Nick Keller, per poi sublimare il tutto con una proposta musicale di altissimo livello.

Brutal death massiccio, veloce, compatto ‘come da copione ma senza copiare nessuno’ (perdonate la definizione) con solo qualche riff sporadico in grado di ricordare (comunque da non troppo vicino) l’operato musicale dei primi Immolation, come nel caso dell’iniziale “An Edifice Of Archestral Impurity”. Questo fattore, anziché demolire il suono dei Nostri, lo arricchisce nell’ammontare complessivo di caos musicale.

A livello di songwriting non c’è nulla da segnalare, salvo notare che i Disentomb sono dei fuoriclasse e che arricchiscono la loro proposta ad alto tasso tecnico con soluzioni sempre vincenti e fresche nella logica dei brani: niente a che vedere con ‘bosoni di Higgs in chiave metal’ ovviamente, solo tecnica strumentale efficace, e al pieno servizio della brutalità. I Nostri, infatti, si rivelano degli autentici Monarchi in grado di schiavizzare al loro cospetto melodie di stampo sicuramente death metal (come fare altrimenti, in fondo?), ma sempre con un certo retrogusto malinconico nel linguaggio, cosa già intuibile dall’intro strumentale “The Genesis Of Misery”, un qualcosa d’indescrivibile a parole. La performance del singer, sebbene impostata sul modello ‘rutto da maiale’ come da tradizione slam, si rivela capace d’improbabili sfumature.

E per finire, giusto per citare un’ulteriore prova della classe musicale dei Disentomb, segnalerò la lenta “Megaliths Of Despair” (in grado di spezzare decisamente con i ritmi forsennati del resto del disco e rivelandosi un episodio assai gradito, se non il migliore del disco) che, esattamente come il titolo presuppone, ci catapulta in mezzo ad un minaccioso territorio dove imponenti masse rocciose ancestrali attraggono a se stesse tutte le energie negative delle nostre esistenze diffondendole nel nostro essere, nel mentre dove la nostra disperazione ci porterà ad assaporare il timore della nostra stessa morte.

Ultimissimo cenno circa la produzione: rozza ma definita, semplicemente perfetta, e mi fermo qui.

Un disco da avere, da sentire e risentire fino allo sfinimento. Solo trentadue minuti scarsi di durata, ma tantissime idee ora geniali ora semplicemente valide, per quello che è in assoluto, per chi scrive, il miglior disco brutal death del 2014 appena passato. Il voto che vedete là sotto non è assegnato a caso.

I Disentomb sono tra i nuovi leader in prima linea e il risultato è a un livello in grado di segnare la storia.

Giuseppe “Maelstrom” Casafina

Ultimi album di Disentomb

Band: Disentomb
Genere: Death 
Anno: 2014
88