Recensione: Mob Rules

Di Dwarf - 26 Luglio 2003 - 0:00
Mob Rules
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Anno: 1981
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85

Siamo nel 1981, anno rigoglioso per gruppi thrash e heavy metal, in particolare per una band reputata tra le migliori nell’ambito dell’ hard rock: i Black Sabbath.
Una band che nonostante le varie metamorfosi subite, che delimitavano il genere d’appartenenza passando dal doom all’hard rock più classico sino giungere all’heavy metal (negli anni 80), mantenne costante il valore e la bellezza degli album proposti in più di vent’ anni di prolifica carriera (a parte gli album finali, tutti gli album di tale band sono carichi di bravura e stile).
Come stavamo appunto dicendo, nell’ 81 band famosissime sfornano capolavori degni del loro nome, vediamo alcuni esempi, gli Iron Maiden sfornano “Killers”, gli AC/DC con “For Those About To Rock We Salute You”, per Ozzy (che intanto continuava come solista) “diary of a madman”, per i Raven “rock until you drop”, ed è meglio che mi fermi qui, come vedete, tutti grandi nomi.

Ma veniamo ai Sabbath, il secondo disco per Ronnie James Dio (cantante dei Rainbow, ennesimo gruppo storico), che comincia carico di energia e pronto a girare nel lettore con un sound fortemente rockettaro accentuato dalla voce perfetta e potente di Ronnie che ci dimostra le sue note doti canore. Il riff inizale di basso ha un che di oscuro, ma ma il veterano Iommi ci riporta in onda hard rock con la sua tecnica.
E questa era “Turn Up The Night“, la canzone che da il via alle danze !!
Eccoci a “Voodoo“, che non perde la traccia segnata dalla canzone antecedente con un apertura di chitarra accativante ed energica al punto giusto. Questa volta il basso di Greezer non fatica molto, accompagna il ritmo come la batteria di Vinnie Appice (entrato assieme a Ronnie al posto di Bill Ward uno dei tre veterani che non abbandonerà mai il gruppo, cosa che vale ormai solo per Tony Iommi e Greezer Butler).
Spostiamo ora alla terza canzone, “The Sign Of Southern Cross“, che inizia con una lentezza che si fa riassaporare i vecchi tempi, anche con la voce meno decisa di quella di prima, ma più calma, non come la canzone che passato il minuto e mezzo di ritmo pacato si scarica con un suond più forte, per poi riprendere quello iniziale, diciamo che la tecnica compositiva è rimasta pressappoco tale e quale a quella dei tempi di Ozzy, ma la voce più incisiva di Dio spazza via questi bei ricordi dalla mente per riportarci all’ascolto del suddetto album.
E5150“, dal titolo e dal fischio iniziale si intuisce la stranezza della song, un po’ di riposo per Dio che lasica lavorare solo Tony e Greezer, per questo pezzo instrumentale carismatico, e quasi psicadelico, atmosfere caratteristiche per i Sabbath, senza tralasciar mai gli ottimi interventi di Iommi, che chiudono la canzone che appare spezzata per lasciare il posto a “The Mob Rules“.
Il lettore mangia piacevolmente questo cd, e come detto poco fa, passiamo alla quinta song, che riprende i tratti scavati dai primi due pezzi, ritmi veloci e sostenuti, un buon lavoro, per la traccia che venne composta da Ronnie per l’incisione del disco e fu presa come colonna sonora del film “Heavy Metal” (beh, un nome adatto per una canzone del genere, no ?!?).
Siamo a “Country Girl“, che assime a “Slipping Away” e ad “Over And Over” denotano le celeberrime doti del vocalist.
Ennismo riff intraprendente per il chitarrista, atmosfera decisamente rockettare anche per questa canzone. Leggendo il testo e sentendo l’attenuarsi del ritmo, ripreso ovviamente dal un eccellente riff di chitarra, veniamo per l’ennesima volta ricondotti al passato.
La settima canzone intitolata “Slipping Away” è un pezzo forte dell’album una delle track senza le quali il disco perderebbe valore, Iommi non ci delude, Vinnie si fa “voler bene” cercando di eguagliare Ward, strumenti e voce perfettamente “accordati” e in sintonia per un pezzo che merita nota. Greezer non vuole restare da parte ed ingaggia una sorta di sfida con Tony, a colpi di ottimi riff da cui ricava fama il gruppo.
Falling Off The Edge Of The World“, ci porta indietro di qualche traccia dato il ritmo calmo proposto. Il vocalist dimostra doti di adattamento, cantando benissimo sia con ritmi sostenuti che non.
Ovviamente un ritmo così lento non poteva durare a lungo ed infatti, la batteria piano piano ci apre una strada verso la chitarra di Tony che riaccende il pezzo, e che non si dimentica di riapparire con riff solitari e tecnici al massimo.
Ultima canzone per il nostro stereo che invoca il riascolto dell’album, specialmente dopo l’ascolto di “Over And Over“, canzone che chiude direi decisamente in bellezza il nostro ascolto, calma e tranquilla scorre lenta nonostante le solite incursioni del chitarrista Tony Iommi che ci regala un ultimo minuto di emozione con i suoi perfetti assoli.

Tecnica, incisività ed al tempo stesso tranquillità, sbalzi di ritmi ed una voce perfetta ed adeguitissima, sono gli ingredienti di questo album che sicuramente non manca nello scaffale di un buon ascoltatore di puro hard’n heavy.

Vinnie Appice – Drums
Greezer Butler – Bass
Tony Iommi – Guitar
Ronnie James Dio – Vocals

Track List:
1. Turn Up the Night (3:42)
2. Voodoo (4:32)
3. The Sign of the Southern Cross (7:46)
4. E5150 (2:54)
5. The Mob Rules (3:14)
6. Country Girl (4:02)
7. Slipping Away (3:45)
8. Falling off the Edge of the World (5:02)
9. Over & Over (5:28)

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