Recensione: MoonBabies

Di Mauro Gelsomini - 8 Agosto 2002 - 0:00
MoonBabies
Band: Planet X
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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20

Superband dalle ambizioni esagerate, composta da un terzetto delle meraviglie (almeno all’apparenza), ovvero Virgil Donati, Tony Macalpine e Derek Sherinian.
Un freddo sfoggio di tecnica fine a se stessa che secondo me non ha motivo di finire sugli scaffali di un negozio di musica, visto che nessuno ha voglia di ascoltare una serie di esercizi senza senso della durata di 56 minuti, e spendere anche dei soldi per farlo.
Per altro le idee sono sempre già sentite, legatissime come sono alla scuola Dream Theater: le elucubrazioni chitarristiche e tastieristiche della title-track vanno da nessuna parte. Uno spiraglio si vede nella successiva “The Noble Savage”, in cui la progressione di soli e tecnicismi viene spezzata da intermezzi melodici e da un riffing massiccio e oscuro, fin troppo ripetitivo, però, e consistente in una soluzione già adottata dallo stesso Macalpine in precedenza. Stesso discorso per “Ataraxia”, in cui la noia viene ribadita da scelte ritmiche già ascoltate nello stesso album (e siamo solo alla terza traccia!).
Dalle tinte più pomp e visionarie è la successiva “Tonaz”, che scade inevitabilmente nella banalità solistica di un alternarsi di scale infinite e tediosissime.
Dovrei ripetermi ancora nel descrivere i brani successivi, caratterizzati al solito dal riffing ossessivo di Macalpine, dall’effetto pomp/aor di alcune tastiere e dagli ormai immancabili duetti chitarra/tastiera spezzati da stacchetti ritmici tipicamente “Portnoyani” e da ridicole divagazioni melodiche. Il bello è che non si raggiunge mai l’esasperazione del tecnicismo, quindi non si arriva neanche a colpire l’ascoltatore con l’estremismo compositivo forse più consono ad un gruppo del genere.
Paradossalmente (ma neanche troppo) il lavoro migliore viene svolto dai tre bassisti ospiti del progetto, ovvero Tom Kennedy, Jimmy Johnson e Billy Sheenan, ancora grossi nomi per un piccolo disco, che nasconde la pochezza compositiva dietro la notorietà dei suoi componenti.
Il voto finale non può che essere una bocciatura. Darei 0 spaccato, se non fosse per la produzione ovviamente cristallina e per la indiscutibile preparazione tecnica dei musicisti.

Tracklist:

1. MoonBabies
2. The Noble Savage
3. Ataraxia
4. 70 VIR
5. Micronesia
6. Interlude in Milan
7. Digital Vertigo
8. Ground Zero
9. Midnight Bell
10. Ignotum Per Ignotius

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