Recensione: Morbid Realms

Di Daniele D'Adamo - 29 Novembre 2019 - 0:01
Morbid Realms
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2019
Nazione:
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79

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È giunta l’ora, per gli statunitensi Sentient Horror, del secondo album in carriera: “Morbid Realms”. Non male per una formazione nata nel 2014 e che mostra, in bacheca, due EP (“Beyond the Curse of Death”, 2014; “The Crypts Below”, 2018) e, naturalmente, il full-length di debutto, “Ungodly Forms” (2016).
 
Inalterato lo spirito indomito che si rifà allo swedish death metal. Anzi, che fa, swedish death metal. Come da ammissione degli stessi membri, l’obiettivo è quello di tenere vivo uno stile ormai leggendario rispettandone i dettami fondamentali per proiettarli nel presente, evitando pertanto accuratamente termini come old school death metal e compagnia cantante.
 
Una filosofia perlomeno strana poiché, in genere, i gruppi americani tendono a riesumare lo stile di cui sopra così com’era alle origini e negli anni di massimo splendore, facendo pertanto il verso alle band che imperversavano in quegli anni. I Sentient Horror, al contrario, si sforzano, e tanto, di mettere nel loro progetto tanta farina del proprio sacco.
 
Come?
 
Tenendo saldamente in piedi un’edificazione fondata sugli echi di quel mondo lontano, irrobustendola con abbondanti dosi di death metal. Semplicemente. Death metal. Sì da dar luogo a qualcosa che potrebbe definirsi swedish death metal 2.0. Un termine bruttino ma efficace per tentare di far capire quale sia la strada percorsa dai Nostri nel loro sforzo produttivo.
 
Sforzo produttivo che, proprio per l’approfondimento delle complicate strutture dell’epoca, dà il la a qualcosa che sa assieme di già sentito e di non ancora sentito. Il combo di Stockholm (quella del New Jersey… chissà, forse non a caso…) rende quindi merito a qualcosa che è stato ma propone contemporaneamente un sound moderno, adeguato, in tutto e per tutto, a ciò che deve avere il death metal nel 2019.
 
Quindi, canzoni non-lineari, strapazzate da un drumming tentacolare, vario, molto elaborato, che non disdegna di sfondare con la massima potenza possibile la barriera dei blast-beats. Fatto significativo, questo, poiché, in media, la velocità del ritmo, in “Morbid Realms”, è davvero sostenuta. Scevra da slow e mid-tempo, la spinta propulsiva che è alla base dello stile del terzetto a stelle e strisce è furibonda, brutale, che non dà scampo. Una furia devastatrice che origina dieci brani violentissimi, vere mazzate sulla schiena.
 
Singoli episodi in cui il massacro sonoro è totale, grazie non solo al lavoro della batteria, chiaramente, ma anche e soprattutto a quello delle due indemoniate chitarre, impegnate a sputare riff su riff dall’impatto devastante. Ed è qui che si nasconde il segreto dei Sentient Horror: accordi che suonano attuali ma che posseggono un’anima, un cuore. Quello dello swedish death metal, appunto. Una bravura non usuale nel rimodellare qualcosa di già creato senza aggiungere particolari accessori ma fornendogli uno spessore emotivo notevole, una profondità si potrebbe dire storica nel contenere quanto di già noto alle masse.
 
Così, alla fine del viaggio da ‘Call of Ancient Gods’ a ‘Cemetery Slaughter’, ci si ritrova totalmente storditi da un sound monumentale, guidato – non lo si dimentichi – dal perfetto growling di Matt Moliti, il quale tiene assieme il tutto evitando così l’insorgergenza di strappi e sfilacciature. I Sentient Horror picchiano davvero forte, cozzano rumorosamente e continuamente all’interno della scatola cranica così come farebbero, per esempio ma solo per esempio, i Dismember, ma con foga e furia raddoppiata. Il che, in estrema sintesi, è il prezioso contenuto di “Morbid Realms”.
 
Da non perdere per gli appassionati del death metal tutto.
 
Daniele “dani66” D’Adamo
 
 

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