Recensione: Mosaik

Di Francesco Sorricaro - 24 Ottobre 2010 - 0:00
Mosaik
Band: Frames
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2010
Nazione:
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80

Pervasi da un soffio di vera ispirazione creativa i Frames, nati solo tre anni fa ad Hannover, Germania, dimostrano piena consapevolezza dei propri mezzi, nonchè delle proprie idee, dando inizio alla loro carriera discografica (i nostri hanno fin qui pubblicato solo un EP) con un’opera strumentale di notevole fattura, che è anche una vera e propria boccata d’ossigeno per la scena progressive odierna, alla costante ricerca di nuovi sovrani o giovani innovatori.

Creato sul modello di una suite unica di sessanta minuti, dove i brani si compenetrano naturalmente e si richiamano sovente come accade all’interno delle colonne sonore cinematografiche, Mosaik, primo full-lenght dei quattro giovanissimi musicisti teutonici è anche l’ideale music score di un piacevole viaggio nei sentimenti e nei ricordi di chiunque vorrà dedicare un’ora del suo tempo completamente a questa musica: un rock progressivo dalle ambientazioni e dalle sonorità ultraterrene che ha il merito di non cadere mai in eccessi di nessun genere. Mai una volta i Frames esagerano con lo sfoggio della loro tecnica sopraffina, la quale si avverte solo dietro le quinte della bellissima semplicità con cui hanno ideato passaggi e riff. Mai una volta si ha l’impressione di soffocare in ammorbanti atmosfere di malinconia autoinflitta a la Sigur Ros, che rendano difficile anche la sopportazione di una sola traccia dell’album. Il mix qui presente è invece un’amalgama ideale, mai sopra le righe, una bella sorpresa.

Il massiccio uso di strumenti come pianoforte e violoncello sono armi forse scontate, ma adoperate magnificamente per toccare le corde più intimiste dell’ascoltatore. Grande qualità del quartetto è anche, innegabilmente, la capacità di guidare lo stato d’animo dell’utente individuando dei momenti ben precisi all’interno del disco per convogliarvi energie empatiche differenti, come nel caso dei brevi intermezzi posti qua e là che introducono i brani più raccolti: la bella ISP, la successiva fluttuante Insomnia o la delicatissima Horizon. Non mancano, a tal proposito, episodi più coinvolgenti e orientati maggiormente alla nostra musica preferita, come nel caso della doppietta finale composta da Audacity e M, dove, a mò di catarsi, si può ascoltare uno sfogo di ritmiche più sostenute e di chitarre più metal oriented che, per altro, hanno sempre fatto anche solo capolino qua e là all’interno della tracklist di Mosaik. È in certe sgroppate e certi nervosi fraseggi in contro tempo che si apprezza davvero il divertimento e la passione riversate in questo lavoro, curato, tra l’altro con buona perizia, anche a livello di produzione sonora.

Non solo tempi dispari nel prog dei Frames, ma qualità negli arrangiamenti ed intensità nella composizione dei brani, i quali, dopo qualche ascolto, diventano già vere e proprie canzoni dal refrain riconoscibile e quasi “canticchiabile” come nel caso dell’accattivante Agenda, vero plausibile singolo e manifesto di questa prima era per i quattro ragazzi della Bassa Sassonia, che riesce a trascinare irrimediabilmente fin dall’inizio con la sua energia.

Bella sorpresa dicevamo ed è proprio quello che richiede un disco come questo ad un ascoltatore: la preposizione a lasciarsi sorprendere e catturare, perchè da Mosaik sarebbe un delitto estrapolare dei frammenti solitari e rovinare la completezza e la goduria di una fruizione a tutto tondo. Consigliato ai veri appassionati a o chi vuole diventarlo….. 

Francesco ‘Darkshine’ Sorricaro

 

Tracklist
01. Intro  01:36
02. The Beginning  04:23
03. Agenda  04:41
04. Transition  00:58
05. ISP  06:57
06. Insomnia  07:18
07. Driving Head  05:46
08. Intermission  01:35
09. Horizon  06:44
10. Audacity  04:40
11. M  15:21

Durata totale  59:55

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