Recensione: Mothra

Di Daniele D'Adamo - 1 Novembre 2009 - 0:00
Mothra

Ora si fa sul serio!
Arrivati al terzo album in studio, i compatrioti Slowmotion Apocalypse sbarcano nelle Americhe per registrare “Mothra”, con la regia di Andreas Magnusson ed altri esperti death/metalcore.

La professionalità e la specializzazione con le quali è stato realizzato il CD si sentono sin dalle prime battute: se si dovesse prendere ad esempio una band per definire correttamente il genere di cui sopra, quella dei ragazzi friulani sarebbe una candidatura perfetta.

Partendo da una solida base death, il quintetto modella e rifinisce la scultura sonora arricchendola delle contaminazioni necessarie: chitarre accordate basse sempre in primo piano, accordi dinamici e dissonanti, rapidi cambi di ritmo, growling aggressivo, melodie improvvise; il tutto in linea con gli stilemi più moderni del metal.
La ricerca del miglior compromesso fra esibizione tecnica ed artistica ha dato i suoi buoni frutti, dato che le canzoni si susseguono ben bilanciate nella qualità dell’esecuzione e della composizione; riuscendo ad estrapolare di un sound maturo e variegato.

Occorre osservare che la matrice primigenia non esclude quello che è il genere padre di tutto il metal estremo: il thrash. Non sono pochi i relativi echi che rimbombano qua e là in “Mothra”: sarà un caso che questo pacifico mostro sia già stato citato dai canadesi Anvil – fra i primi gruppi a picchiare veramente duro – nel lontanissimo 1982?  

Lasciando perdere corsi e ricorsi storici, i Slowmotion Apocalypse mettono da parte ogni possibile remora e mostrano immediatamente i muscoli con l’opener “Caterpillar”, davvero poderosa ed aggressiva soprattutto nelle linee vocali di Alberto Zannier, che assalta il microfono con grande vigore. A metà brano, un break che ben rappresenta la modernità della proposta, sopra evidenziata, e che mostra il lato più sofferto ed oscuro del combo italiano. Headbanging garantito con i riff circolari e riottosi di “Forever, Works Just In Songs”, bagnata nel thrash soprattutto quando i cori scandiscono il refrain. Non che poi si scenda di intensità, dato che in “In Full View of Heaven” viene tirato fuori un riffaccio cattivo che vola alla velocità del suono; con la prima apertura melodica che ci si trova davanti, la quale si concretizza nel ritornello. Apertura che si rivela necessaria, dato che il muro di suono innalzato dai Nostri si mostra dannatamente massiccio e duro da digerire. Ancora ritmo da staccare la testa dal collo in “Me, Kate and Other Bastard Sons of My Generation”, prevedibile massacro in sede live. C’è anche da sottolineare che i break rallentati non vengono inseriti per moda o per cliché: ciascuno di essi ha la propria identità ed alcuni sono decisamente riusciti dal punto di vista armonico, come quello presente in “Stash”.
What a Rockin’ Heavy Metal Get-Up, Dude!”, come lascia presagire il titolo, è una rivisitazione in chiave death/metalcore del più classico heavy metal o meglio ancora speed metal: riff a cascata old-style, progressioni verticali e doppia cassa a gogò!
Dopo questa digressione le coordinate musicali vengono ricalibrate su un sound meno rapido e più cadenzato con “Dim Shape in a Black Hole Life”, cui segue la claustrofobica e tenebrosa “Gamera Part. 1: Death Worship Era”; ovviamente cucita alla lenta, sinuosa e melodica “Gamera Part. 2: The So Called Northern Half”. Per dirla con semplicità, una gran bella canzone!
La strumentale “Haiku” rifinisce in modo semplice l’album con i suoi monumentali accordi di chitarra.

Bisogna alla fine ammettere che agli Slowmotion Apocalypse la trasferta oltreoceano ha fatto bene, dato che “Mothra” è frutto di una lavoro serio ed organico.
Forse, l’approccio professionale alla questione ha tolto un po’ di immediatezza e personalità al prodotto, che appare assemblato forzatamente per rispondere al 100% alle esigenze del mercato internazionale.
La bontà delle canzoni pone rimedio a questo difetto – se così si può definire – proiettando il full-length ben oltre la sufficienza.

Daniele “dani66” D’Adamo.

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Tracklist:

1. Caterpillar 3:14
2. Forever, Works Just In Songs 2:35
3. In Full View of Heaven 4:01
4. Me, Kate and Other Bastard Sons of My Generation 3:20
5. Stash 3:37
6. What a Rockin’ Heavy Metal Get-Up, Dude! 3:25
7. Dim Shape in a Black Hole Life 3:02
8. Gamera Part. 1: Death Worship Era 4:05
9. Gamera Part. 2: The So Called Northern Half 5:04
10. Haiku 2:59

Line-up:

Alberto Zannier – Vocals
Nicola Milanese – Guitars
Sean – Guitars
Ivo Boscariol – Bass
Tommaso Corte – Drums