Recensione: My Blood

Di Daniele D'Adamo - 20 Marzo 2011 - 0:00
My Blood
Band: Artillery
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
80

Gli Artillery fondano le loro radici in una Danimarca che, nel 1982, era una vera e propria cenerentola sia dell’heavy metal, sia del nuovo genere nascente: il thrash. Di là dell’Atlantico, infatti, muovevano i primi passi Exodus, Metallica e Slayer che, contemporaneamente all’ensemble nordeuropeo, contribuivano a trasformare l’heavy nel thrash metal. Con la differenza che il Mondo – non si sa perché – ignorò completamente il combo di Taastrup.

I mezzi di comunicazione non erano certo quelli di adesso per cui, senza alcun supporto (di qualsiasi tipo) alle spalle, era sostanzialmente impossibile ottenere una buona visibilità internazionale, circostanza in cui erano evidentemente avvantaggiati gli act statunitensi. Complice anche il fatto che il debut-album dei danesi, il leggendario “Fear Of Tomorrow”, uscì ‘soltanto’ nel 1985; gli stessi furono, a torto, inesorabilmente bollati come una sorta di ‘Metallica dei poveri’. Questa bollatura condizionò fortemente lo sviluppo della carriera dei Nostri i quali, nonostante una cospicua produzione discografica fra demo, full-length, best of/compilation, single, boxed set e DVD, hanno sempre e solo navigato nelle buie acque dell’underground, in vicinanza della sua linea di galleggiamento senza però mai emergere in modo decisivo e, soprattutto, definitivo.  

Della mitica formazione che registrò il debut album sopra menzionato, sono sopravvissuti ai numerosi cambi di line-up e ai due lunghi stop (1991 ÷ 1998, 2000 ÷ 2007) della carriera della band tre elementi: Michael Stützer (chitarra), Morten Stützer (basso allora, chitarra adesso) e il batterista Carsten Nielsen. Una più che buona percentuale del D.N.A. è rimasta quindi inalterata anche se con la dipartita dell’istintivo e trascinante vocalist Flemming Rönsdorf s’è irrimediabilmente perso, a mio parere, un lato forte del carattere dell’ensemble che, oltre allo stile particolare delle armonizzazioni, timbrava a caldo uno stile unico e, purtroppo, non ripetibile.
Se da un lato Rönsdorf forniva quel qualcosa in più in termini di riconoscibilità della band, Søren Nico Adamsen – l’odierna ugola – si mostra sì meno tipico, ma senz’altro più professionale e maturo rispetto all’illustre predecessore. Non solo: Adamsen è un cantante completo, in grado di affrontare a 360° le linee vocali che completano le musiche di “My Blood”. Sia nelle parti lente e intimiste, sia in quelle violente e aggressive, il vocalist è sempre a suo agio, non mostrando mai la corda e risultando, per ciò, naturale e spontaneo. Uno dei migliori frontman odierni in ambito thrash metal.

E, a proposito di thrash, gli Artillery fanno vedere, con quest’ultimo platter, una delle possibili forme d’evoluzione del genere stesso, ormai lontano dal ‘picchia duro e basta’ degli esordi. Quando occorre, il quintetto spinge con decisione sull’acceleratore, lambendo anche velocità niente affatto da prepensionamento. Gli Artillery sono sani, assennati, vigorosi e – ora si può affermarlo – raffinati! Il loro thrash è sempre devastante ma rifinito con cura e precisione nelle sue pressoché infinite manifestazioni. Il sapore essenziale, il ‘marchio Artillery’, si percepisce con forza e rappresenta un valore storico che non si può e non si deve perdere. Bene o male, le chitarre svolgono un ruolo di primo piano in ambito rock e quindi metal, e pertanto i fratelli Stützer, assieme al groove della batteria di Carsten Nielsen, propongono istintivamente quelle sonorità così tipiche trent’anni fa, laceranti soli a cascata compresi. Sonorità intrecciatesi e progredite verso la sostanza attuale, densa e variegata. Un sound che potrebbe essere preso come testimonial del ‘modern metal’.

A dimostrazione di tutto ciò ci sono le undici canzoni del compact disc che, come pezzi di un rompicapo, s’incastrano alla perfezione l’una all’altra nel rispetto del comune denominatore ‘marchio Artillery’, sì, ma che offrono una complessa e policroma tavolozza di colori dalla quale attingere a piene mani accordi, incisi, strofe, ritornelli, soli di chitarra, cori e quant’altro serva a costruire un’opera dalla qualità complessiva molto alta.

L’incipit arabeggiante (caratteristica etnico-musicale che farà capolino altre volte fra le pieghe de Cd – “Dark Days”) della lunga opener “Mi Sangre (The Blood Song)” è sintomatico della riuscita commistione fra lo stile unico dell’insieme nordeuropeo e la voglia di proporre qualcosa di nuovo. La canzone alza poi il ritmo verso un up-tempo trascinante, guidata dall’eccellente prestazione vocale di Adamsen sino a un chorus riottoso da mandare a memoria. “Monster” aumenta i B.P.M. del pezzo precedente, con un riff portante travolgente che, forse, è il più deciso richiamo al vissuto degli Artillery. Anche in questo caso, il melodico bridge e il refrain scandito a piena voce ci tormenteranno per un bel po’, in futuro. L’inizio e lo svolgimento techno thrash assieme a una buona vena melodica segnano “Death Is An Illusion”; vena melodica che fa da base nell’ottima semi-ballad “Ain’t Giving In” e che non accenna a diminuire nella successiva, breve strumentale “Prelude To Madness”. Preludio – davvero – al massacro sonoro di “Thrasher”, canzone-emblema del genere cui tanto hanno contribuito anche gli Artillery, e alla poderosa ma dinamica “Warrior Blood”, dallo stupendo leit-motiv. Il tuono delle chitarre e il groove del ritmo di “Concealed In The Dark” mettono in vista la cura compositiva con la quale è stato concepito “My Blood”, chiuso da “End Of Eternity” (… il folklore del Mediterraneo del Sud che marca il miglior episodio dell’intero lotto per via della sua travolgente e irresistibile costruzione armonica) e “The Great” (gustoso ‘thrash-anthem’).

“My Blood” è un disco moderno e allo stesso tempo antico. Adatto sia al pubblico che tanto apprezzò “Fear Of Tomorrow”, sia ai nuovi thrasher. Ma non solo. Gli Artillery, dall’alto della loro storia, esperienza e talento hanno partorito un lavoro adatto a tutti i metalhead: dai più giovani ai più…  attempati.

Daniele “dani66” D’Adamo

Discutine sul forum nel topic relativo!

Track-list:
1. Mi Sangre (The Blood Song) 7:33        
2. Monster 4:57        
3. Dark Days 5:12        
4. Death Is An Illusion 5:16        
5. Ain’t Giving In 4:55        
6. Prelude To Madness 1:06        
7. Thrasher 3:37        
8. Warrior Blood 5:10        
9. Concealed In The Dark 4:59        
10. End Of Eternity 5:04        
11. The Great 5:04

All tracks 53 min. ca.

Line-up:
Søren Nico Adamsen – Vocals
Michael Stützer – Guitar
Morten Stützer – Guitar
Peter Thorslund – Bass
Carsten Nielsen – Drums

Ultimi album di Artillery

X X
X
Band: Artillery
Genere: Thrash 
Anno: 2021
72
Band: Artillery
Genere: Thrash 
Anno: 2018
68
Band: Artillery
Genere: Thrash 
Anno: 2013
75
Band: Artillery
Genere:
Anno: 2011
80
Band: Artillery
Genere:
Anno: 2009
80
Band: Artillery
Genere:
Anno: 1987
87