Recensione: My Daemons

Di Alessandro Di Clemente - 11 Marzo 2004 - 0:00
My Daemons
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Anno: 2003
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50

Ascoltando questo “My Daemons” sono tornato indietro di vent’anni.
I ragazzi di Fermo si autodefiniscono come una speed metal band, in effetti in più di un’occasione mi sono tornate alla mente certe soluzioni usate ed abusate dai vari Overkill e compagnia speed/thrash.
Dalla biografia leggo che la band nasce nel lontano ’92, che questo “My Daemons” è il terzo demo prodotto e, soprattutto, posseggono una certa esperienza live tale da aver permesso loro di aprire per i ben più noti Lacuna Coil e Shaman al Mid Summer Metal Sunday di Civitanova.
Analizzando l’aspetto tecnico del demo-cd devo constatare, piacevolmente, la buona produzione del platter: una pulizia dei suoni tale da permettere all’ascoltatore di percepire ogni singolo strumento, certo il tutto va un po’ a discapito della potenza (mi ha ricordato molto le vecchie produzioni, pulite, ovviamente limitatamente al genere, a là Iron Maiden, fatti i debiti paragoni), ma per essere un demo è più che buono.
I ragazzi ci sanno fare, una buona padronanza tecnica (soprattutto della coppia di chitarristi, capaci di sfornare riffs elaborati), quello che non mi convince è l’approccio dei nostri, troppo ancorato al rifframa di due decenni fa, uno speed metal che richiama quello della Bay Area degli inizi ’80, coinvolgente se fosse una sorta di “retrò style” (un po’ come fanno gli ottimi Enemynside), ma quello che manca negli Scala Mercalli è la giusta “incazzatura”, mai troppo puliti per essere considerati una band hard rock spinta, nè troppo rozzi per essere annoverati come una formazione speed thrash.
Analizzando, ad esempio, la migliore del lotto: la titletrack “My Daemons”, quella che secondo me è la più caratterizzante lo stile del gruppo e forse anche la più coinvolgente, ha dalla sua una certa varietà di influenze, si passa da un’ introduzione di chiara matrice Bay Area, ad una strofa molto Judas Priest (Painkiller-era) fino a giungere ad un ritornello che mi ha ricordato i Death SS del periodo d’oro (“Heavy Demons”, tra l’altro notiamo anche la somiglianza nei titoli). Ebbene il tutto mi sembra scollegato, poco incisivo, ben suonato, questo sì, ma poco potente, poco cattivo, oppure è poco raffinato, poco melodico, insomma non riesco a capire bene quale sia l’ intento degli Scala Mercalli, se quello di annichilire l’ascoltatore o se quello di sbalordirlo con efficaci melodie.
Credo che i nostri debbano lavorare ancora sodo per arrivare ad esplodere con la loro musica, riffs poco originali, linee vocali poco ficcanti, un lavoro di batteria un po’ vetusto.
Purtroppo la cover di “Be Quick Or Be Dead” è davvero brutta: errori di batteria e di voce troppo evidenti.
Devo poi consigliare i nostri di evitare di concludere i pezzi con fischi o slides di chitarra, mi sa di poco professionale.
In definitiva un lavoro quasi sufficiente (il voto finale è stato penalizzato dalla cattiva impressione della cover), grazie alla capacità tecnica dei nostri ed anche ad alcuni spunti da cui ripartire per trovare una strada più personale.
Insomma rimandati alla prossima release.
p.s.: cambiate logo del gruppo.

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