Recensione: My Earth Dream

Di Leonardo Arci - 24 Aprile 2008 - 0:00
My Earth Dream
Band: Edenbridge
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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75

All’interno della folta schiera di band dedite al metal melodico sinfonico, gli Edenbridge hanno saputo costruirsi una reputazione di tutto rispetto pur non raggiungendo mai, nella loro ormai decennale carriera,  picchi qualitativi tali da poterli includere nell’élite della scena europea. D’altronde, i continui quanto inopportuni accostamenti ai Nightwish dimostrano come gli stessi addetti ai lavori siano poco attenti a cogliere le sfumature di una proposta musicale che ha solo marginalmente toccato territori gothic ancorandosi fortemente, invece,  al filone power sinfonico. Ma al di là delle etichette e delle definizioni, che lasciano sempre il tempo che trovano, mi preme sottolineare come in “My Earth Dream” la matrice più propriamente heavy del sound degli Edenbridge sia stata posta in risalto grazie ad una corposa articolazione di riffs che vanno in parte a correggere la linearità della componente armonica a volte troppo banale e scontata del passato. A questo irrigidimento dei suoni, e alla ritrovata dinamicità della sezione ritmica (merito anche della new entry Max Pointner alla batteria), si accompagna una maggiore presenza della componente sinfonica e operistica, qui affidata ad un’orchestra vera a propria, la Czech Film Orchestra, che va oltre il semplice lavoro di arrangiamento dei brani elevandosi in più punti a vera protagonista dell’intero CD. Sono questi gli elementi di rottura rispetto al passato che registriamo in “My Earth Dream” mentre sempre impeccabile e perfettamente inserita nel contesto sonoro è la prestazione di Sabine Edelsbacher, dotata di una voce soave ed angelica capace tuttavia di assecondare la evidente sterzata stilistica verso lidi più heavy oriented della musica degli austriaci, prediligendo linee vocali melodiche e non eccessivamente elaborate.

Premesso che il CD non presenta alcun passo falso, tra gli episodi maggiormente riusciti annoveriamo la coinvolgente  ed immediata “Shadowplay”, esempio di power sinfonico diretto ed energico e la dinamica e vibrante “Fallen From Grace” che esordisce con un riffing di Lanvall serrato e dal sapore neoclassico ed impreziosito da un coro piuttosto accattivante e dinamico (rovinato nel promo in mio possesso dalla voce antipirateria).  Stupenda la voce di Sabine nel coro di “Paramount”, traccia per nulla scontata ed immediata nella quale le varie anime vengono messe in risalto da una produzione limpidissima che considero il vero valore aggiunto di tutto il lavoro. Apprezzabile ed emozionante anche la ballad “Whale Rider” che smussa  fino ad eliminare le spigolosità tipiche del metal e si sviluppa sul binomio voce/orchestra in un crescendo di epicità e romanticismo. Buona anche “Undying Devotion” che culla l’ascoltatore con un coro avvolgente e malinconico, ideale colonna sonora di un film epico.
Dopo due dischi leggermente sottotono gli Edenbridge si riscattano confezionando un prodotto che, seppur ancora lontano da livelli di eccellenza, ha il merito di compiere un evidente passo avanti verso un songwriting più personale e meno vincolato ai canoni del genere, dove le pompose ma mai prolisse ed autoreferenziali orchestrazioni sinfoniche non debordano in certe esagerazioni rhapsodiane. Promossi.

Leonardo Arci

Tracklist:
01.The Force Within
02.Shadowplay
03.Remember Me
04.Paramount
05.Adamantine
06.Whale Rider
07.Undying Devotion
08.Fallen From Grace
09.Place Of Higher Power
10.My Earth Dream

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