Recensione: My Own Private Armageddon

Di Andrea Arditi - 21 Maggio 2007 - 0:00
My Own Private Armageddon
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
70

Slowmotion Apocalypse: un nome che in quest’ultimo biennio,
pur non essendo ancora conosciutissimo, si sta ritagliando un suo spazio
specifico all’interno del circuito metal. Questo indipendentemente dal Paese di
provenienza, che in molti casi è risultato un impedimento ai fini del
raggiungimento dell’agognato successo; parlo dell’Italia ovviamente, nazione che
nonostante abbia dalla sua una schiera di band/musicisti di indubbia qualità,
non riesce a supportarle a dovere “impedendone” quasi l’affermazione a
livello internazionale. Ora come ora qualcosa si sta muovendo da questo punto di
vista portando i nostri gruppi a cercare supporto altrove, ed in effetti
mettendo nello stereo questo disco, senza sapere alcunchè della band, sfido
chiunque a risalire ai natali dei componenti; difficile si voglia per la
pronuncia piuttosto convincente del singer Alberto Zannier
(caratteristica che molte volte penalizza i nostri prodotti allorchè
espatriano, essendo spesso un inglese dalla pronuncia “maccheronica”
), si voglia per la produzione pompatissima ed ineccepibile di cui My Own
Private Armageddon si avvale e che lo potrebbe ricondurre ai paesi scandinavi.

Messo il cd nel lettore è facile che la prima impressione sia subito ottima
grazie all’assalto frontale in cui gli Slowmotion Apocalypse si adoperano, ma è
ulteriormente ripagato l’ascoltatore anche dalle soluzioni trovate dai nostri,
assolutamente godibili e frutto delle influenze musicali che li segnano in
maniera indelebile: il death-thrash di stampo svedese, quindi paragonabile per
certi versi agli Hatesphere piuttosto che i Carnal Forge,
e l’hardcore dei moderni Hatebreed; pochi sono gli spunti realmente
melodici, molta è di contro la violenza espressa dal quintetto friulano, ma ciò
alla lunga rema contro l’apprezzamento totale del platter: procedendo negli
ascolti in effetti un difetto che, a parere di chi scrive, è possibile mettere
in risalto, è l’indirizzo pressochè univoco della loro musica… Ci sono si
rallentamenti dati da un paio di mid tempos, ci sono anche assoli talvolta
melodici che rompono l’inerzia stilistica, ma alla lunga My Own Private
Armageddon
può risultare ripetitivo col rischio di fare scemare
l’interesse di chi vi si approccia dopo un po’ di ascolti.

Con ciò non voglio assolutamente lasciare intendere che il full length non
sia godibile, ma che tolto qualche sprazzo sia manchevole di varietà; a volte
il riffing della coppia d’asce composta da Ivan Odorico
& Nicola Milanese diviene stucchevole per la
ripetitività, e su dieci tracce più volte si ha questo tipo di impressione,
nonostante quanto detto non tolga l’indiscutibile merito agli Slowmotion di
avere composto song del calibro di The Insomniac, dalla ritmica
devastante e dalla voce incalzante, secondo il cui schema vengono pensate tracce
di indiscutibile valore quali Filth, che fa tremare i muri, piuttosto
che il binomio finale composto da Through The Flesh e The Art Of
Self Blood Drinking, altre due killer track molto coinvolgenti, cui però dò
preferenza alla seconda per l’intenso assolo con cui è impreziosita. Se
l’inerzia del disco è data dalla velocità impressa dagli strumentisti, si può
dire che però l’episodio che maggiormente spicca all’interno della loro opera
prima sia quello che più si “distanzia” dal loro trademark, vale a
dire Psychic War 2.0, a mio avviso una vera e propria perla: più
cadenzata, la suddetta song si avvale di un’atmosfera affascinante e di un
riffing molto ispirato; apprezzabile in tutta la sua durata, è forse quella che
fin da subito si erge sopra le altre proprio per la sua anima estranea al
contesto in cui è collocata.

My Own Private Armageddon è, in conclusione, un disco
indirizzato ad una frangia di metallari amanti dell’ultima ondata musicale,
quella -core piuttosto che quella svedese ovviamente: facendosi forte di un
materiale piuttosto ispirato, è consigliabile in primis perchè godibile pur
non essendo nulla di innovativo, in seconda battuta per supportare un metal
italiano che, come si potrà notare proprio ascoltando questo lavoro, molte
volte non ha nulla da invidiare a quello straniero.

Line Up:
Alberto Zannier – Voce
Ivan Odorico – Chitarra
Nicola Milanese – Chitarra
Ivo Boscariol – Basso
Tommaso Corte – Batteria

Tracklist:
01. The Beginning of the Apocalypse
02. The Insomniac
03. Kill in Progress
04. Vote for Extinction
05. Psychic War 2.0
06. Last Generation Humans
07. Filth
08. My Future is Burning
09. Through the Flesh
10. The art of Self blood Drinking

La rimasterizzazione del disco ha visto l’aggiunta di tre bonus track (demo)
e di un video:
11. Endurance Trial (demo)
12. My Future Is Burning (demo)
13. Bloodrust (demo)
14. The Insomniac (Video)

Ultimi album di Slowmotion Apocalypse

Genere:
Anno: 2007
74