Recensione: Navigator

Di Alberto Fittarelli - 3 Maggio 2007 - 0:00
Navigator
Band: Disbelief
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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65

Riecco i crucchissimi Disbelief, sempre alla ricerca della formula death/goth perfetta, che non penda troppo verso la seconda ma sappia sfumare la prima in modo originale e, riconosciamoglielo, decisamente riconoscibile. 

Solo che la loro ricerca precedente non dev’essere andata benissimo, visto che li troviamo alloggiati presso la Massacre dopo un’esperienza nella mastodontica (per dimensioni) Nuclear Blast e la delusione, da ultimo, dello scadente
66Sick: Navigator assume quindi il ruolo di album del riscatto, ma ci riesce solo in parte. Questo perché la band riesce a mettere insieme ottimi pezzi, anche se ormai iniziano a sapere un po’ di già sentito, come
The One col suo riff dissonante o la title-track, quasi epica nel suo incedere, per poi perdersi in pezzi simil-crossover (qualunque cosa significhi questo termine) decisamente insipidi, come
The Thought Product, solo per citarne uno. Passaggi decisamente
fastidiosi, e non per una questione di stile: il problema è che loro il
crossover non lo sanno fare. Provengono da tutt’altro habitat, sono abituati ad
esprimere tutt’altre atmosfere, e risultano abbastanza impacciati e fuori luogo
quando ci provano.

L’album è quindi pieno di luci ed ombre, di contraddizioni: si presenta con un artwork evocativo e poi risponde più ad atmosfere urbane e semi-industriali; inserisce arpeggi interessanti per poi annacquarli in ballate gotiche banalotte (Between Red Lines); in fin dei conti, non è né carne né pesce. Ma non per questo le tracce, prese singolarmente, sono brutte: solo che i
Disbelief devono decidere la direzione in cui proseguire e prenderla in modo convinto. 

Non si sa infatti per quanto potranno ancora essere salvati dalla
singolarità della voce di Jagger, così come non si sa quanto le
continue intromissioni di stampo sludge possano costituire un vantaggio per
quello che sta diventando un sound stantio. Cadenzati, emozionali e (poco)
d’impatto, i Disbelief si sono avviati verso la loro Sunset Boulevard…
sperando che sappiano invertire presto la marcia.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli

Tracklist:

1. Navigator 04:33 
2. When Silence Is Broken 04:06 
3. The One 05:37 
4. The Thought Product 04:05 
5. Between Red Lines 05:01 
6. It Is Simply There 04:16 
7. Falling Down 04:24 
8. Passenger 06:15 
9. Selected 03:45 
10. Sacrifice 04:26

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