Recensione: Nechesh

Di Vittorio Sabelli - 15 Aprile 2013 - 19:38
Nechesh
Band: Deathstorm
Etichetta:
Genere:
Anno: 2013
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
78

 

Terrificante metallo polacco!
 
Ormai non siamo più sconvolti dal massiccio numero di act che la scena ‘made in Poland’ continua a mettere alla luce, come fosse una fabbrica no-stop!

Il serio problema è che queste nuove band non escono con lo stampino ‘in serie’, ma ciascuna con delle peculiari caratteristiche atte ad annientare il nemico, e l’unico fattore comune con le altre è quel maledetto sound che le rende uniche e ricollocabili geograficamente.

Il quartetto di Gubin, che aveva dato tracce di sé già nel 2010 con il demo “Storm Of Death”, arriva al debut-album senza soggezione rispetto a più quotati colleghi. Non che i Deathstorm nascano dal nulla, poiché tre quarti della band fa parte dei Brutally Mutilated, dove Góral è relegato al basso e J?drek alla voce e alla chitarra. Proprio durante le prove per il demo “The Fall”, nel 2010, nascono i Deathstorm, che vedono l’innesto di Mysth (Ethelyn) alla voce e al basso, liberando J?drek e Góral alle due asce. E la mossa risulta vincente, poiché le chitarre stesse sono alla base dell’infernale guerriglia scatenata, sprigionando funeral-riff che spesso incrociano la scena black metal come oscurità e sound, ma sfoderando anche precisi e ben congeniati assoli. Non è da meno la zona ritmica composta da Kuba e Mysth, che supporta le sei corde, detta cambi di tempo e spinge la macchina in maniera costante senza cedere di un millimetro. Su queste premesse il growl profondo dello stesso Mysth può ancorarsi facilmente esprimendosi in maniera fluida ma allo stesso tempo aggressiva, lanciandoci messaggi minacciosi.

Tutti questi elementi fanno di “Nechesh” (in ebraico, serpente) un disco solido e roccioso. Senza troppi tecnicismi e virtuosismi, la potenza di brani come “Vindictive”, “Victims Of Mental Enslavement” e “Kingdom Without End”, con tanto di colonna sonora finale da “Salò e le 120 giornate di Sodoma” di Pasolini, ci danno idea del potenziale del quartetto.

Stilisticamente non ascolterete niente d’innovativo ma facendo tesoro di gesta e vicende di band come Sinister, Deicide, Immolation, e soprattutto dei padri polacchi Vader e Behemoth, i Deathstorm continuano la tradizione di quello che ormai è diventato il sound ‘made in Poland’, proponendoci la loro distruttiva visione nelle nove tracce di “Nechesh”.

Vittorio “vs” Sabelli

Discutine sul Forum nel topic relativo!

Ultimi album di Deathstorm

Band: Deathstorm
Genere:
Anno: 2013
78