Recensione: Nero Enigma

Di Stefano Ricetti - 29 Marzo 2010 - 0:00
Nero Enigma
Band: Thunderstorm
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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80

Dieci anni di esistenza e cinque album, una media onesta che contraddistingue senza ombra di dubbio la tenacia di un gruppo che proviene dall’area bergamasca, terra tradizionalmente incline a far parlare i fatti, prima che le parole. Esattamente come i Thunderstorm del “rossoFabio “Thunder” Bellan, personaggio eccentrico solo nell’aspetto, in realtà uomo con i piedi ben saldi per terra e con ancora ben acceso un sogno nella vita, prerogativa non da tutti. Nero Enigma, dalla copertina inquietante, festeggia i due lustri di milizia in qualità di concept album, più precisamente incentrato sulle gesta criminali di un serial killer. Ogni pezzo narra un omicidio, effettuato dall’assassino sempre nei confronti di persone di sesso femminile. I testi, come sempre, sono stati realizzati in maniera molto puntigliosa dal bassista della band: Omar Roncalli. Per quanto attiene la line-up, dietro alle pelli siede stabilmente Attilio Coldani.

Il disco segna un ulteriore evoluzione nel suono dei Nostri, le cui avvisaglie erano già intuibili nel precedente e convincente As We Die Alone, ovvero un sempre più marcato distacco dalle trame Doom intese in senso biblico per un avvicinamento a un HM sempre duro e puro ma dalle aperture più ariose. Se il full length del 2007 si poteva avvicinare per produzione e mood agli anni Settanta, in questo Nero Enigma è lo spirito frizzante degli Eighties a farla da padrone.

A parte la title track e la veloce When April Dies, figlie dei gloriosi anni Ottanta per impatto e impianto, le tradizionali brume musicali tipiche del Temporale Dalla Dea Baciato si fanno strada fra la boscaglia di una fitta nebbia con l’usuale veemenza della chitarra di Bellan, dura come il manuale Doom prevede con la traccia numero tre, Ophrys: mefistofelica, malvagia e malata. Mr. Thunder, con un cantato lamentoso conferisce ulteriore oscurità a un pezzo che di luminoso aveva già poco di suo. Permane l’oscurità, me meno fitta, nell’intrigante 5o25, un connubio fra gli eccessi creativi degli anni Settanta e l’effetto stentoreo dei Type O Negative, gruppo che aleggia come uno sciacallo in attesa della carogna giusta anche nella seguente Shallow. The Trial Of Life gode di pregevoli schitarrate aperte e di passaggi di batteria sufficientemente anomali per gli standard dei Nostri ma è con il durissimo riff di Mechanical Delights che le tenebre tornano a farla da padrone, alternate a schiarite melodiche di buona fattura, di stampo Black Sabbath. L’album, in pratica si chiude musicalmente con la traccia numero otto, intitolata Monologue, per chi scrive l’highlight del disco. Fabio Bellan sfodera una verve morbida inaspettata consegnando alla storia un episodio dove idealmente i Thunderstorm incontrano i Pink Floyd più urgenti, fra arpeggi di chitarra acustica e impennate elettriche. Brano sicuramente dal songwriting adulto, che lascia ulteriormente ben sperare per il prosieguo artistico della band. Chiusura lagnosa – nel senso buono del termine – come da copione. Modus Operandi costituisce una narrazione lunga poco più di un minuto e mezzo, tutta da decifrare. 

Nero Enigma segna un’ulteriore conferma qualitativa in riva al Serio, risultando album trasversale che potrebbe allargare gli orizzonti artistici, nonché il pubblico, degli orobici seriali.  

Stefano “Steven Rich” Ricetti

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Tracklist:
1. Nero Enigma (The Beginning)  
2. When April Dies  
3. Ophrys  
4. 5o25  
5. Shallow  
6. The Trial Of Life  
7. Mechanical Delights  
8. Monologue  
9. Modus Operandi  

Line-up:
Fabio “Thunder” Bellan – Guitars, Vocals
Omar Roncalli – Bass
Attilio Coldani – Drums

         
 

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