Recensione: Netherworlds

Di Gaetano Loffredo - 4 Marzo 2007 - 0:00
Netherworlds
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Anno: 2007
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50

Netherworlds, nella sua semplicità, vuole essere un punto d’incontro per tutti gli appassionati, gli operatori e i protagonisti della New Wave of Brithish Metal. Semplicità che, occasionalmente, diventa efficacia comunicativa, ma mai in grado di riportare questo genere alle sue radici, quando carica eversiva e spirito di squadra ne erano i tratti distintivi.

I Twisted Tower Dire stampano il quarto disco, successore di Crest Of The Martyrs, rinunciando (a grande richiesta) al supporto di Piet Sielk (Iron Savior, Savage Circus) in fase di produzione e si affidano agli amici americani Matthew Crooks e Wayne Mitzen che contribuiscono a rendere complicata la valutazione di un album che, si dimostra lacunoso e frammentario nelle sue strutture di base.

Il carnet di brani a disposizione si riduce all’esposizione di riffing e drumming da gara, dove è dato ampio spazio alla melodia; strozzata, purtroppo, da un assortimento e da una varietà armonica pressoché inesistenti. Deludente la performance dello storico Tony Taylor, scadente imitazione del glorioso Geoff Tate; efferato nella gestione dei momenti di stanca del disco ma imbarazzante quando costretto a cimentarsi in un falsetto che proprio non gli si confà. 

Anche gli accorgimenti ritmici tendono alla ripetizione paradigmatica; basta prendere a campione la prima traccia, Starshine, replicarne all’infinito andamento ed esecuzione ed il gioco è fatto: serviti su un piatto d’argento pretesto e geometrie (lineari) a favore delle successive Dire Wolf, Fortress e Killing Kind.
Falcidiato dalla crisi compositiva che, fortunatamente non interessa le centrali Netherworlds e Casualty Of Cruel Times, il disco dei Twisted Tower Dire scade definitivamente nel finale, aggregandosi alla ben nutrita schiera di gruppi “riempitivi” e poco stimolanti, nonostante l’organigramma di tutto rispetto.

Si ha la sensazione di una ricerca un po’ fine a se stessa, di un conformismo programmato privo di quel guizzo di personalità che regalerebbe ai nostri nuova linfa.

Alla luce delle qualità espresse e, trattandosi di un episodio realizzato dopo una carriera lunga tredici anni, trovo importante sottolineare come Netherworlds sia, a tutti gli effetti, una prova insoddisfacente e, per certi versi, inaspettata. Lo sforzo profuso è notevole; la sensazione che non sia stato fatto il massimo per ottenere un risultato migliore di questo è altrettanto evidente. Rivolgetevi altrove.

Gaetano Loffredo

Tracklist:
1.Starshine
2.Dire Wolf
3.Fortress
4.Killing Kind
5.Netherworlds
6.Casualty Of Cruel Times
7.Tales Of Submission
8.No One Left To Blame
9.Firebird

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