Recensione: New Southern

Di Eric Nicodemo - 24 Aprile 2014 - 12:18
New Southern
Band: Anti-Mortem
Etichetta:
Genere:
Anno: 2014
Nazione:
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74

Esiste una copertina più appropriata di uno scheletro agghindato da sudista, con tanto di corna e lance tribali, mentre carica su di un cavallo spettrale?
No di certo, se la cover in questione appartiene a un nuovo complesso metal proveniente direttamente dall’Oklahoma.

I novizi rockers Anti-Mortem, nativi di Chickasha, debuttano con il programmatico “New Southern”, che vuole inaugurare una nuova frontiera per la tradizione metal dell’ex-confederazione, costellata da nomi importanti quali Pantera, White Zombie, Mudvayne (solo per citarne alcuni).
Dopotutto, già dal primo ascolto, gli intenti dei nostri galantuomini appaiono chiari e non equivocabili: una pinta alcolica di groove metal (a là Cowboys From Hell), sferrato come il calcio di un vecchio fucile sulle tempie di quei malcapitati, che si azzarderanno ad avventurarsi nel nuovo Sud!
E non c’è migliore occasione di Words Of Wisdom per chiarire il concetto: liriche taglienti come un coltello per deridere e brutalizzare, con cadenzata ferocia, il perbenismo della società, dilaniato da colpi aggressivi di basso (Black Sabbath) e chitarre lancinanti, che, da lente e polverose, deragliano in un attacco follemente rapido e chirurgico.    
Tutta la rabbia accumulata in Words Of Wisdom esplode nella potenza sboccata della title track, dove il cantante sputa tutta la propria incontenibile rabbia (Phil Anselmo docet) mentre la chitarra macina una concatenazione di assoli assordanti.

Sulla scia di violenza, innescata dalla title track, si scatena l’odio di 100% Pure American Rage (truculenta denuncia sulla rabbia omicida dilagante in America) e la più movimentata ed ispirata Hate Automatic, che sa disimpegnarsi tra riff quadrati, concentrici e sessioni più veloci e drammatiche (ottima la sessione rallentata con i backings lascivi, contrastati dalla voce rabbiosa di Larado Romo).    
L’acustica di Black Heartbeat risveglia il lato più southern, senza rinunciare all’aggressività del refrain, che sfodera passaggi vagamente maideniani (quasi insoliti per un disco del genere) e si concede un’interessante sessione solista, ricca di groove e pathos.    
La successiva I Get Along With The Devil e la più strutturata Path To Pain (quest’ultima con una parte in pulito e un coro debordante), pur non aggiungendo nulla di nuovo al platter, si mantengono su ragguardevoli livelli di ferocia, con un’inclinazione costante per le liriche sprezzanti e sboccate, caratteristica connaturata nella carica rissosa del frontman.
Discorso analogo per Wake Up, che però aggiunge maggiore melodia nel prechorus e nel chorus, una progressione con un buon potenziale da cantare tutti all’unisono in uno stadio gremito.
Come Wake Up, anche Ride Of Your Life vuole essere un invito a liberarsi dalle costrizioni, sfoderando la solita “gentilezza” nelle martellanti ritmiche che scuotono, come un terremoto, l’headbanger estasiato.  
Sebbene prossimi alla fine della tracklist, gli Anti-Mortem non spostano di una virgola la loro inflessione not absolutely politically correct: da questa “attenta riflessione” nasce la rutilante e putrescente Stagnant Water, ovvero i Metallica con gli steroidi dei Pantera!
Un macigno sanguinolento che schiaccia senza pietà tutte le certezze della vita quotidiana, mettendo a nudo il lato più brutale e mostruoso della natura umana, grazie alla forza di accordi macilenti e coriacei, di lenta digestione (di sicuro, una song d’impatto anche se non rappresenta il top nella proposta degli Anti-Mortem).  

Truck Stop Special è maggiormente stoner di Stagnant Water nel suo intro rallentato e magnetico, sebbene rimanga ancora morbosamente “affezionata” al solito, ripetitivo rifferema, che l’audience ha, oramai, pienamente assimilato. Questa caratteristica, assieme alla mancanza di un chorus efficace, impedisce alla canzone di spiccare il volo e di ottenere l’ambito status di killer-track.
Il cerchio si chiude con Jonesboro, l’ennesimo assalto frontale ma con un occhio per sonorità più orecchiabili, senza mai perdere un’oncia di energia nemmeno nelle intriganti hooklines, che si avviluppano come un “comodo” cappio attorno allo spettatore.
Tirando le somme, per gli Anti-Mortem, “New Southern” rimane un buon saggio di potenza e d’energia abrasiva, che, purtroppo, a tratti stenta a decollare, causa la ripetizione di stilemi privi di sostanziose variazioni lungo tutto il platter, rischiando di stancare l’ascoltatore habitué a complessi crossover.
La presenza di canzoni più varie e meno monolitiche avrebbe giovato, probabilmente, alla votazione finale, come dimostrano Words Of Wisdom ed Hate Automatic, che, oltre ad essere energiche e poderose, dimostrano tiro e verve incontestabili: non a caso, il punto di forza degli Anti-Mortem è quello di essere “…brutal but accessible…”, come commentato dallo stesso Nevada Romo, lead guitar della band.
Per il resto, c’è ancora tempo per i Nostri di affilare le lame e preparare l’arma decisiva.
Stay tuned… the New Southern is coming!

Eric Nicodemo

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