Recensione: New World Order

Di Tiziano Marasco - 2 Novembre 2015 - 20:21
New World Order
Etichetta:
Genere: Stoner 
Anno: 2015
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
78

La Aural è un’etichetta che si muove bene ultimamente. Lancia i Ne Obliviscaris, si piglia i Fen (ambo in cooperazione con Code666), scopre gli Hail Spirit Noir. Insomma, un’etichetta amante di quel metal che, partendo da strutture classiche, contamina e supera i generi, creando qualcosa di nuovo o originale. In questo solco si inseriscono anche i Void of Sleep.

Li metti sul piatto e manco ti passa per la testa che siano italiani. E invece sì, sono di Ravenna. Col New World Order di cui oggi giungono al secondo LP, contornato peraltro da due demo. Il primo album, ammettiamolo pure, ce lo siamo perso – non si può ascoltare tutto quello che esce, altrimenti si finirebbe per sentire 40 dischi al mese senza capirci la proverbiale fava. Ma se quanto espresso in New World Order vale anche per il debut, beh, la lacuna verrà colmata in fretta.

I Void ofSleep, tornando a concentrarci ad ogni modo sulla provenienza, potrebbero essere statunitensi, di quelli rimasti affascinati dai Mastodon di Crack the Skye. Fanno uno stoner lento e maestoso in linea di massima, con forti influenze dark progressive, insomma, uno stoner dilatato che puzza, o profuma, di anni Settanta.  

La opener The Devil’s Conjuration è un ottimo biglietto da visita, con un tappeto onnipresente di chitarracce elettriche a far da contorno ad una voce ora esoterica – non a caso i nostri mettono segni massoni in copertina e forse anche nelle liriche orientate appunto alla creazione di un nuovo ordine mondiale – ora rabbiosa e sinistra. Stesso discorso vale per la lisergica Ordo ab Chaos o per la mastodontica, nel senso che dura quattordici minuti, Ending Themes, ovviamente in coda.

Le due composizioni migliori però, con ogni probabilità, sono Slaves Shall Serve e la title track. L’una sorretta da un giro di chitarra micidiale e carico di groove, la seconda molto malinconica ed effettivamente orientata al prog esoterico piuttosto che allo stoner. Due pezzi che, a modo loro, senza intaccare la compattezza sonora del disco, vanno a creare due variazioni in un disco estremamente omogeneo, scongiurando lo spauracchio della piattezza.

Certo, forse alcune cose da limare ci sono, ogni tanto (soprattutto nella traccia conclusiva che mette un po’troppa carne alfuoco) si dilunga in maniera un po’ prolissa. Ma i Void of Sleep danno alle stampe un album a tutti gli effetti valido e anche piuttosto originale, candidandosi ad un posto tra le band interessanti del nostro underground.

Ultimi album di Void Of Sleep

Genere: Stoner 
Anno: 2015
78