Recensione: Njord

Di Alessandro Calvi - 16 Ottobre 2009 - 0:00
Njord
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Anno: 2009
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65

Cinque anni son passati dal precedente “Vinland Saga” e i Leaves’ Eyes tornano a farsi vivi con questo nuovo “Njord”, preannunciato dal controverso singolo “Destiny”. Proprio il tempo passato tra queste due uscite è, fin da subito, uno degli elementi che contribuiscono, almeno in parte, a screditare un po’ questo nuovo album. Chi si aspettava qualche evoluzione stilistica, qualche nuova vena compositiva, infatti, rimarrà deluso perchè la proposta musicale è pressochè identica a quella del loro precedente album.

I Leaves’ Eyes danno alle stampe un cd che è la diretta prosecuzione di “Vinland Saga” non solo a livello strettamente sonoro, ma anche come tematiche. In questo caso a essere narrate in canzoni sono le vicende mitologiche del dio norreno del vento e della navigazione Njord.
Che le capacità compositive del gruppo non siano di secondo piano sono note a tutti. I Leaves’ Eyes, infatti, confezionano un album valido, molto vario, con diverse frecce al proprio arco. Le canzoni sono diverse tra loro e capaci di muoversi attraverso diversi registri e stili riuscendo a risultare sempre convincenti. Il gothic di Kristine e Krull passa da chitarre quasi black, a parti sinfoniche, da ritmi epici e quasi doom, fino al folk.
Indubbiamente ne emerge prepotentemente la voce della cantante, capace di trovarsi sempre a suo agio in ognuno di questi stili e mostrando una varietà di performance decisamente invidiabile. Pur non essendo una vocalist tecnicissima, Liv riesce a interpretare sempre in maniera molto convincente ogni brano. Decisamente meno brillante, invece, la voce maschile in growl che alterna prestazioni accettabili (anche se un po’ scolastiche e poco sentite) ad altre decisamente evitabili.
I musicisti si dimostrano tutti all’altezza delle composizioni e il song-writing, come già evidenziato, è molto vario. Forse solo nella seconda parte dell’album le tracce tendono a suonare meno convincenti e originali tendendo a ricalcare soluzioni già approcciate nella prima parte del cd e nel precedente “Vinland Saga”. Il risultato più evidente è un finale del disco non all’altezza delle aspettative create con i primi brani. Questo porta, inevitabilmente, a un calo, almeno parziale, dell’attenzione dell’ascoltatore. Forse se fosse stato più corto o si fosse dosata meglio la vena creativa l’album avrebbe potuto aspirare a più alte vette, così, invece, sembra non del tutto riuscito e, pur continuando a trattarsi di un buon cd, lascia un po’ l’amaro in bocca per come è stato condotto in porto.

Per concludere “Njord” si è fatto attendere ben cinque anni dai fan dei Leaves’ Eyes e restituisce una Liv Kristine in splendida forma. Per i suoi più accaniti estimatori non servirà, probabilmente, aggiungere altro. Per gli altri non si può evitare di sottolineare come sia un album con molte luci e ombre. Cinque anni per un disco non son pochi e a un primo ascolto, oltretutto, questo “Njord” sembra una copia di “Vinland Saga”. Inoltre la seconda metà del cd evidenzia un netto calo d’ispirazione. Se la tracklist si fosse mantenuta tutta sul livello dei primi brani si sarebbe potuto, con ogni probabilità, passare sopra a diverse manchevolezze, ma in questo caso rimane il rammarico per un’uscita che avrebbe potuto avere ben altro tenore.

Tracklist:
01 Njord
02 My Destiny
03 Emerald Island
04 Take the Devil in Me
05 Scarborough Fair
06 Through Our Veins
07 Irish Rain
08 Northbound
09 Ragnarok
10 Morgenland
11 The Holy Bond
12 Frøya’s Theme

Alex “Engash-Krul” Calvi


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