Recensione: No Substitutions – Live In Osaka

Di Marco Machera - 4 Giugno 2002 - 0:00
No Substitutions – Live In Osaka
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Anno: 2001
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78

Recensire questo disco è una cosa molto importante per me, soprattutto dopo aver visto il concerto tenutosi a Roma un anno fa, che vedeva protagonisti questi due autentici genii della 6 corde, tanto diversi nello stile, quanto vicini nella loro attitudine molto “take it easy and have fun” verso la musica. Ascoltare questo cd, per un musicista, è emozionante; fortunatamente da questa collaborazione non è nata un’inutile cascata di note che tartassa l’ascoltatore per tutta la durata del Cd, anzi, si sente come Lukather e Carlton riescano a divertirsi e a far divertire, come siano consapevoli di non proporre nulla di innovativo, come siano consapevoli di non dover dimostrare niente a nessuno. Hanno unito le loro teste e le loro mani per il puro divertimento, ed è questo lo spirito con il quale va inserito il cd nel lettore. L’album è composto da 5 celebri cover che i due hanno voluto riproporre alla loro maniera, creando lunghe live jam le quali difficilmente stancano, ma, al contrario, ci fanno immergere in quel clima di allegria che aleggiava quella sera ad Osaka. Si parte dunque con “The Pump”, del mitico Jeff Beck, nella quale è Lukather a rendersi protagonista, soprattutto per il suo sound grintoso che spinge il più delle volte Larry Carlton a mettere da parte per un momento il suo caratteristico stile così jazzy in favore della sua anima più “rockettara”. La seguente “Don’t Give It Up”, un gioiellino blues ad opera dello stesso Carlton, vede invece mettersi in luce il virtuoso batterista Gregg Bissonette, autore di un mini-assolo nel finale del brano davvero entusiasmante. Si prosegue poi con “(It Was) Only Yesterday”, sempre un brano di Carlton, il quale ci delizia con uno splendido assolo (del tutto improvvisato), notevole per gusto e perizia tecnica. “All Blues” di Miles Davis è riproposta in una versione eccellente, in cui Luke placa il suo stile così irruento e dimostra di avere una buona improvvisazione jazz, mentre Larry Carlton si distingue stavolta per essere un chitarrista in possesso di una dinamica a dir poco spaventosa. Si conclude con “Room 335”, un altro brano di Carlton, divertente e piacevole, sicuramente una delle sue composizioni più riuscite, in cui anche Lukather ci mette del suo. Inoltre un grande plauso va anche al bassista Chris Kent, con il suo sound così possente e trascinante, e al tastierista Rick Jackson, semplicemente fenomenale. Cos’altro dire? Un disco consigliatissimo a chi ama questi due chitarristi, un disco che in ogni caso, è distante anni luce da quello che Lukather fa con i Toto o che Larry Carlton produce nei suoi dischi solisti.

Tracklist:

    1.   The Pump
    2.   Don’t Give It Up
    3.   (It Was) Only Yesterday
    4.   All Blues 
    5.   Room 335 

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