Recensione: Not of This World

Di Nicola Furlan - 6 Marzo 2006 - 0:00
Not of This World
Band: Pendragon
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2001
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
78

Il mondo visto con gli occhi di colui che non vuole vedere o che vuole vedere con gli occhi strumetalizzati da armonici suoni fatti per sognare. “Not Of This World” è un disco dotato di una magia fluida, delicata, ma altamente penetrante, come d’altronde lo sono stati i predecessori, tanto quanto i predecessori. Spesso additato come mescolanza essenziale dei capolavori “The World”, “The Window Of Life” e dall’irragiungibile “The Masquerade Overture” non appare altrettanto scontato se ascoltato in profondità attraverso i tiepidi e luminosi labirinti dei suoi pentagrammi surreali.

Seduti su una spiaggia, guardando il sole addormentarsi… If I Were The Wind (and You Were The Rain) toglie il cappello e saluta ad inchino l’ascoltatore assopito aprendogli le porte alle sensazioni iniziali in cui già la carne e la ragione non esistono più; ai sensi l’arduo compito di tuffarsi nel magico e fantastico mondo musicale della band di Nolan e Barrett. L’opener si presenta allora molto offuscata e guardinga, il quadro complessivo ovviamente ancora non è chiaro e la sensazione è solo quella d’essere investiti da una ventata di atmosfere ancora rarefatte e piacevolmente intimidatorie che verso la fine della canzone trasportano l’ascoltatore sulle note del pianoforte che Nolan addomestica finemente e romanticamente. Le atmosfere si fanno sempre più dilatate ed ipnotiche fino a sfociare gocciolanti in Faithless; suoni davvero romantici e delicati quasi alla stregua di una impalpabile pioggia di note dai chiari sapori caldamente Prog e dal cantato a tratti struggente scandito da sinusoidali assoli di chitarra. Queste fantastiche sensazioni vengono poi assorbite da All Over Now che riaggancia la precedente con una continuità disarmante su ritmi inizialmente un po’ più elevati per poi ricadere sotto i colpi pulsanti di un passionale cuore di una middle part di una poeticità metafisica.
Il cambio di rotta è di nuovo dietro l’angolo e il viaggio musicale diventa carico di verve e di forza, gli assoli prendono predominante significato sul sottofondo dilatato che Nolan riesce a ricreare. Gli arrangiamenti preannunciano ormai che siamo giunti al momento di sparare fuori il colpo di cannone che la successiva title track Not Of This World (part 1) farà esplodere. La song ostenta un sound diretto e potente che non si ripeterà e che lentamente emette a lunga distanza l’energia e la determinazione per poter trasporre in musica l’intento pantomimico e determinato di Give It To Me a leggera e mascherata introduzione alle fantastiche partiture chitarristiche ed ai magici momenti di meditazione ed introspezione che regala Green Eyed Angel; immaginate di chiudere gli occhi e respirare la pace, i suoni più delicati e controllati che la sapiente mente degli artisti Pendragon potesse creare, immaginate con curiosità la cristallina luce attraversare la vostra mente e lasciatevi cullare passo dopo passo fino all’inaspettato regalo di un assolo capolavoro targato Barrett.
A Man Of Nomadic Traits è una song davvero molto significativa dotata di un importante comparto tecnico che oscilla in un crescendo atmosferico sempre più inteso, nel quale i quattro musicisti si integrano alla perfezione. Le luci però piano piano si spengono, come ad un tramonto, le atmosfere si fanno più meditative, si raffreddano, la musica prende un altro ritmo, le proporzioni diventano improvvisamente immense, ma non reggono la distanza perché il platter è fatto per sognare in positivo, ed allora ricadono nuovamente alla luce del sole ed della positività del un cantato. The Lost Children apre in stile ambient, avvolta dalle corpose e possenti linee elettroniche di tastiera e chitarra che sembra lottino allo stremo delle forze per cercare di dominare l’intensità, ormai quasi incontrollata. La dualità espressiva arriva al momento in cui scivola, cade, rantola e si rialza, dolcemente. I ritmi prendono nuovamente quota, il gocciolio del sudore dello scontro diventa epico e prende energia, come una nebbia dorata evapora e le componenti Prog Rock che classicamente ci si aspetta da un lavoro targato Pendragon prendono forma. And Finally… eccoci al termine del viaggio, le nostre paure hanno dolcemente toccato i lidi delle lontane spiagge dell’oblio più luminoso che potremmo mai conoscere. Non serve più essere di materia per vivere e sognare, basta raccontare e proporre in solitudine alla propria anima il coraggio di volare lontano e dipingere il nostro mondo, che non è questo mondo ma il mondo che ognuno di noi vuole, perché ciò che non è di questo mondo è dietro l’angolo della nostra mente: un mare, un sole, la notte, l’esistenza.

E per concludere, al risveglio ci troviamo in mano due gemme acustiche dai sapori tenui, senza atmosfere cariche di metafisiche sensazioni, ma reali, calde e che lasciano la memoria scappare via lontano e la consapevolezza di una sensibilità davvero maggiore perché queste musiche toccano magicamente chi le sa ascoltare con il cuore.

People my people
Captain my captain
Sail this empty vessel away from here to calmer shores

– nik76 –

Tracklist:
01- If I Were The Wind (and You Were The Rain)
02- Dance Of The Seven Veils (part 1) Faithless
03- Dance Of The Seven Veils (part 2) All Over Now
04- Not Of This World (part 1) Not Of This World
05- Not Of This World (part 2) Give It To Me
06- Not Of This World (part 3) Green Eyed Angel
07- A Man Of Nomadic Traits
08- World’s End (part 1) The Lost Children
09- World’s End (part 2) And Finally …
Bonus Tracks
10- Paintbox (Acoustic Version)
11- King Of The Castle (Acoustic Version)

Ultimi album di Pendragon

Band: Pendragon
Genere: Progressive 
Anno: 2020
75
Band: Pendragon
Genere: Prog Rock 
Anno: 2011
72
Band: Pendragon
Genere: Prog Rock 
Anno: 2009
82
Band: Pendragon
Genere: Prog Rock 
Anno: 1991
80