Recensione: Nymphetamine

Di Alessandro Calvi - 6 Ottobre 2004 - 0:00
Nymphetamine
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Anno: 2004
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62

Di solito la band di Dani Filth e soci è solita realizzare un disco e subito dopo un Ep mentre elabora il materiale per il disco successivo. Tendenza non rispettata in questo caso, a circa un anno di distanza dal precedente “Damnation and a Day”, esce questo “Nymphetamine” che con le sue 14 tracce e 72 minuti circa di musica, non può certamente essere considerato un mini.

Dal punto di vista delle coordinate musicali, i Cradle of Filth deviano un po’ dal discorso iniziato con “Damnation and a Day”. Mentre a farla da padrone nel disco precedente erano i massicci inserti di musica classica e l’uso di un numeroso coro, qui sembra che il song-writing sia più orientato sulle chitarre, che infatti ricevono maggiore importanza nell’economia dei brani, ma perdono in incisività. Spesso infatti, e direi anche purtroppo, abbiamo un suono delle chitarre che strizza l’occhio più all’hard-rock melodico che al metal vero e proprio.
Non che la componente sinfonica sia stata completamente accantonata, è stata solo ridimensionata (al contrario dei cori quasi completamente scomparsi, compaiono con un certo spessore solo in “Medusa and Hemlock”), inoltre rispetto a prima compare molto più spesso il piano a fare da interludio. Sinceramente devo ammettere che probabilmente preferivo il sound di “Damnation and a Day” che grazie all’orchestra era così potente e profondo, mentre questo Nymphetamine lo trovo a tratti un po’ leggerino, anche se è probabilmente da considerare più metal oriented e può essere considerato in parte un ritorno al periodo di “Cruelty and the Beast”. Certo non abbiamo più la magniloquente produzione della Sony a supportare nel migliore dei modi la musica, ma qualche trucco sembra che la band se lo sia segnato perchè, anche se le casse del mio stereo non se ne vanno più a zonzo per la camera come prima, il suono rimane comunque di ottimo livello.

Una nota a parte merita la sesta traccia “Nymphetamine (Overdose)”, il brano che nei mesi che hanno preceduto l’uscita del disco è stato tanto pubblicizzato perchè avrebbe presentato il duetto tra Dani Filth e Liv Kristine. Certo, non si tratta di una novità all’interno della produzione dei vampiri inglesi, il duetto tra la voce scream maschile e quella pulita femminile, Sarah Jezabel Deva però ha una voce molto diversa da quella di Liv Kristine. Mentre prima avevamo una voce femminile molto piena e sensuale, qui troviamo piuttosto una voce limpida, squillante, per certi versi eterea, che crea sicuramente una nuova alchimia all’interno del brano, che tra l’altro per inciso è anche il più lungo dell’album sfiorando i 10 minuti.

In generale si tratta di un disco piuttosto particolare e uno dei più vari tra quelli finora sfornati dai Cradle of Filth perchè presenta al suo interno diverse anime, da brani che sembrano un più diretto riferimento al passato della band come “Nemesis”, a quelli più orientati al goth-rock come “Absinthe with Faust”, ai nuovi esperimenti con la voce femminile di Liv Kristine – “Nymphetamine (Overdose)”, a quelli che proseguono in parte il discorso corale-sinfonico di “Damnation and a Day” come “Gilded Count” (forse il mio brano preferito di questo disco, pare quasi preso di peso dal disco precedente) o “Coffin Fodder”.
Se questo è un punto positivo, un po’ meno è il fatto che sempre più spesso Dani Filth ricorre ad accorgimenti in post-produzione per filtrare la sua voce, che purtroppo ormai non è più quella di una volta, in alcuni frangenti e passaggi del disco.

Per concludere, un nuovo studio album per i vampiri inglesi che potrebbe fare la gioia dei fan più incalliti della band perchè giunto a breve distanza dal precedente. Un disco che presenta diverse frecce al proprio arco (a causa della varietà dei brani), ma che, almeno a mio avviso, mostra un po’ la corda in alcuni frangenti. La presenza di influenze e stili diversi è spesso un valore aggiunto, in questo caso, invece, si traduce in un’ammucchiata con poco senso compiuto in cui si salvano i singoli episodi, ma non il complesso. Di certo “Nymphetamine” è un album interessante che potrebbe mostrare (in parte) anche un nuovo corso da parte dei Cradle of Filth. Se proseguiranno su questa strada e se il pubblico gli darà ragione, potranno dirlo solo i posteri.

Tracklist:
01 Satyriasis
02 Gilded Cunt
03 Nemesis
04 Gabrielle
05 Absinthe with Faust
06 Nymphetamine (Overdose)
07 Painting Flowers White Never Suited My Palette
08 Medusa and Hemlock
09 Coffin Fodder
10 English Fire
11 Filthy Little Secret
12 Swansong For A Raven
13 Mother of Abominations
14 Nymphetamine (fix)

Alex “Engash-Krul” Calvi

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