Recensione: Oceans Of Time

Di Luca Corsi - 26 Maggio 2009 - 0:00
Oceans Of Time
Etichetta:
Genere:
Anno: 1998
Nazione:
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82

Pochi protagonisti della scena metal hanno saputo mantenere con il passare
degli anni un’attitudine fedele e incorruttibile al proprio genere. Alcuni hanno
cercato vie più semplici, in grado di portare al successo in maniera più
sbrigativa, senza essere troppo risucchiati nel temibile vortice della gavetta,
capace di prolungarsi per molti anni. Altri, invece, hanno scelto di tirare
dritto per la loro strada, fregandosene sia delle mode che delle critiche,
spesso eccessive, di scarsa originalità o di tendenze monodirezionali. Fra gli
“anticonformisti” e i “defenders” più incalliti, uno dei personaggi di maggior
spicco è indubbiamente il guitar-hero tedesco Axel Rudi Pell. “The German Guitar
Wizard”, dopo uno strabiliante inizio di carriera, che ha visto la pubblicazione
di perle assolute a base di un Heavy/Speed Metal di assoluto valore come “Nasty
Reputation” (1991), “Eternal Prisoner” (1992) e “Between The Walls” (1994), ha
saputo negli anni mantenere quel sound tipico e caratteristico, riconoscibile a
chilometri di distanza sin dalla prima nota. Gran parte del successo ottenuto
nella prima metà degli anni ’90 è pervenuto grazie anche alle preziose ed
illustri collaborazioni fra l’axe-man e ugole d’oro come Rob Rock e Jeff Scott
Soto, ovvero quanto di meglio poteva offrire il “mercato musicale” di quel
periodo.

Nel 1998 però, dopo l’uscita di “Magic” nell’anno precedente, J.S. Soto
lascia la band, causa impegni con i “suoi” Talisman e i Takara. Così, alle
soglie delle registrazioni per il nuovo disco, “Oceans Of Time”, il buon vecchio
Axel decide di reclutare un ottimo singer, grandioso quanto fin troppo
sottovalutato: Johnny Gioeli. Anche se proveniente da territori musicali meno
Heavy e più orientati verso un carismatico Hard Rock come quello dei pur sempre
fantastici Hardline, Gioeli si dimostra assolutamente all’altezza del suo
predecessore, come si può capire dalla sua conferma anche per i platter successivi.
L’apporto del nuovo singer si rivela più che mai vincente, la quale voce,
amalgamata con la magica sei corde di A.R. Pell e le suggestive tastiere di
Ferdy Doemberg (ex Rough Silk, anche costui una new entry), formano un’atmosfera
sonora di sicura riuscita, con un impatto a tratti aggressivo, a tratti più
soft. “Oceans Of Time” è infatti un lavoro roccioso e melodico al tempo stesso,
come da tradizione del chitarrista teutonico. In grado di unire momenti più
sognanti e melodici – “Ashes From The Oath”, “The Gates Of The Seven Seals” e la
magnifica title-track “Oceans Of Time” – ad altri più sostenuti, dove prevale la
furia e l’acciaio più bollente – l’opener “Pay The Price” (preceduta dall’intro
“Slaves Of The Twilight”), la selvaggia “Living On The Wildside” e la conclusiva
e spaventosa “Holy Creatures” – il lavoro non lascia alcun spazio alla noia, e
procede magnificamente a suon di riff ispirati e bordate di batteria del sempre
funambolico Jörg Michael, giunto qui alla sua ultima apparizione con Pell. Fra gli episodi più riusciti, oltre alle già citate “Pay The Price” e la
title-track, si ritagliano un posto d’onore anche la magica “Carousel”, dal
ritornello pressoché irresistibile, e la fiabesca “Ride The Rainbow”, in
evidenza sia per le due magnifiche interpretazioni vocali di Gioeli, che per i
soli d’eccezione del biondo Axel, approfonditi con maggior perizia esecutiva
nella strumentale “Prelude To The Moon (Opus #3 Menuetto Prelugio)”.

In
conclusione, “Oceans Of Time” si dimostra essere un ottimo prodotto,
perfettamente in linea con le precedenti release del combo tedesco. Dotato della
solita magia e del gusto musicale tipico ed inconfondibile sia del metal
teutonico, che, soprattutto, del “guitar wizard”, si è affermato come il disco
più venduto dei nostri, nonché uno dei più amati dai fan. Indubbiamente da
ascoltare.

Luca “El Pata” Corsi

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Tracklist:

01. Slaves Of The Twilight (Intro)
02. Pay The Price
03. Carousel
04. Ashes From The Oath
05. Ride The Rainbow
06. The Gates Of The Seven Seals
07. Oceans Of Time
08. Prelude To The Moon (Opus #3 Menuetto Prelugio – Strumentale)
09. Living On The Wildside
10. Holy Creatures

Line Up:

Axel Rudi Pell – Chitarra
Johnny Gioeli – Voce
Volker Krawczak – Basso
Ferdy Doemberg – Tastiere
Jörg Michael – Batteria

 

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