Recensione: Of Starfire and Blackshadows Crawling

Di Giorgio Vicentini - 27 Aprile 2006 - 0:00
Of Starfire and Blackshadows Crawling
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Anno: 2005
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75

Potrebbero essere accostate al black metal depressivo dei Velvet Cacoon di Genevieve, anche le note dei Procer Veneficus, solo project dell’oscuro Night che coglie dei conterranei “eco-fascisti” l’alone fumoso ed avvolgente come una cappa corvina. 

Facendo mente locale, è la seconda volta che più o meno recentemente mi imbatto in progetti black metal dall’aria profonda, molto personale in quanto descrizione di paesaggi interiori, espressioni musicali di un mondo lugubre ed intimo che, come nel caso degli Animus, trova utile apporre frasi emblematiche nei booklet per introdursi e spiegarsi. In questo caso, può bastare un estratto per capire una parte del concept di Of Starfire and Blackshadows Crawling: “[…] la musica contiene al suo interno il suono di gelide ed oscure ombre tra profondi vortici. […] un’esplosione di nullità […]”. 

Materializzazione di visioni quindi, un compact disk completamente nero: attraversare una porta chiusa trascinati dal richiamo del buio, accolti dalle lunghe note sfumate di chitarre minimali, zanzarose e ripetitive come un mantra, pian piano sempre più anestetiche, mentre il corpo si raffredda e la mente intorpidisce. Ritmiche rallentate, aria rarefatta ed un potere allucinante, tra tinte dominate dal nero e dai grigi slavati delle poche ombre in movimento nelle tenebre. 

Uno stato di annebbiamento, invocazioni astrali e seduzioni strumentali, vocals viscide, distorte, per tormentare le ore notturne cavalcando il crescendo d’angoscia di “Falling Through Endless Chasms”, che sembra riemergere dal nulla scandita da cadenze martellanti ma velate, stemperate nel suono ma immutate nella costanza. Un album come un sogno, quasi un’ora che non va spezzata per essere vissuta nel senso di solitudine ed abbandono che può dare. 
Il sommarsi di strati su strati sonori in “Orion”, l’appoggiarsi inconscio alla ripetitività delle note a tal punto da scivolarvi dentro, diventando corpo unico con i suoni di “Starfire I Walk”, la più veloce, o “Astral Flames Embrace”, dall’incedere lento, deprimente, negativo. Of Starfire and Blackshadows Crawling è un’opera particolare, dilatazione di sensazione fino a cogliere spazi mentali più ampi che richiamano il cosmo, disco a cavallo tra il black metal e l’ambient, tra le chitarre di uno e la preponderanza di “silenzi rumorosi” dell’altro.

Trattandosi di musica “emozionale”, le mie sensazioni non potranno essere le stesse di altri. Per me Of Starfire and Blackshadows Crawling è quasi un capolavoro, a voi il giudicarlo secondo i Vs. parametri. Da qui il voto, che vuol essere il meno personale possibile, quindi volutamente ridimensionato.

“[…] dai ascolto a queste parole e la stanza delle stelle nel tuo cuore si aprirà […]”.

Tracklist:
01. Somn
02. Falling Through Endless Chasms
03. Orion
04. Adrift in Sleeping Black
05. Starfinre I Walk
06. Blackshadows Ascendant
07. Astral Flames Embrace
08. Somn (reprise)

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