Recensione: On Fire

Di Stefano Ricetti - 22 Dicembre 2005 - 0:00
On Fire
Band: Widow
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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52

Quando mi trovo fra le mani un nuovo disco di heavy metal classico e per onestà di cronaca mi tocca parlarne male, mi spiace veramente perché suonare questo genere con convinzione nel 2005 presuppone sicuramente una fede incrollabile alla causa. O almeno questi erano i miei pensieri iniziali…

Per la recensione di questo nuovo Cd degli americani Widow – il secondo della loro carriera – avrei potuto sbrigativamente fare un taglia e cuci prendendo spunto da altri miei scritti passati, cambiare qua e là i nomi delle canzoni e archiviare la pratica. I rimorsi di coscienza e soprattutto il rispetto nei confronti dei lettori di TrueMetal mi ha ancora una volta impedito di applicare la strategia di cui sopra e, quindi mi sono sentito e risentito il Cd più volte, come sempre faccio, per poi redigere i miei pensieri a riguardo.

La cosa che fin da subito mi ha colpito, è che alla voce, invece di qualche muscolare giovanotto, si trova tale Lili, mora fanciulla dalle belle speranze. Il mercato di questi ultimi anni ha spesso premiato oltremisura altre band che hanno proposto delle cantanti femmina e quindi qualche sospetto mi è subito venuto… vengo poi a scoprire che la giovane vocalist a oggi non fa già più parte della band e il cerchio si chiude! Evidentemente i Widow, dopo le fredde e indifferenti reazioni della critica internazionale riguardo On Fire hanno subitamente cambiato strategia.

I dieci pezzi di questo lavoro scimmiottano maldestramente i guru del genere (Saxon/Priest/Maiden/Riot) con qualche riferimento occasionale ai Mercyful Fate e ai Children of Bodom per quanto attiene gli screams del chitarrista Cristof. La singer Lili, peraltro poco utilizzata, – a conferma della mia tesi precedente – si fa notare più per i sospiri sul finire del pezzo The Preacher’s Daughter e sull’orgasmo simulato in I’ll Bury you Alive che in altri frangenti, a riprova di quanto da me sospettato.

Fra la mediocrità generale si salvano solamente l’opener An American Werewolf in Raleigh e Dead End. Nel 2005, per emergere dall’inflazionatissimo calderone di nuove uscite classic/power bisogna fare qualcosa di più di quello che hanno dimostrato questi Widow: onesti mestieranti del metallo che ci hanno provato… con scarso successo!

Stefano “Steven Rich” Ricetti

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