Recensione: Once Romances Desde Al-Andalus

Di Federico Orano - 19 Luglio 2008 - 0:00
Once Romances Desde Al-Andalus
Band: Saurom
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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73

Non dev’esser facile, come band, vivere sempre alle spalle di un gruppo più famoso e, probabilmente, anche più capace. Questo, probabilmente, avranno pensato i Saurom dopo che, per anni, hanno sentito accostare i loro dischi a quelli dei più famosi (in patria ma soprattutto all’estero) Mago de Oz, e questo avrà spinto la band ad evolvere il proprio sound, nonostante un più che discreto successo ottenuto coi precedenti lavori.

I Saurom sono da anni un gruppo di punta della scena spagnola, e una delle migliori power-folk metal band al mondo. Una vera e propria band di culto al di fuori della loro Spagna. Il loro quinto album, però, si allontana coraggiosamente dagli schemi ben oliati del passato, riducendo all’osso la componente folk e dimenticando le tematiche fantasy che li ha resi celebri (“Il signore degli anelli” su tutti).

Se in precedenza, infatti, violino e flauto erano gli indiscussi padroni del Saurom-sound, ora è la chitarra a farne da padrone. Questo cambio di stile era nell’aria già dal precedente “JuglarMetal” che conteneva qualche canzone decisamente più heavy, ma in “Once Romances Desde Al-Andalus” questo cambiamento è davvero accentuato e non troverete più nessuna “Dracum Nocte” o “Nostradamus”, ovvero le tipiche canzoni festaiole tipiche della band. Tocca a voi giudicare se questo importante passo fatto dalla band si possa considerare positivo o meno. Fatto sta che, se già conoscete la band, ai primi ascolti verrete leggermente sorpresi con canzoni come “El laberinto de los secretos” e “Lejos del mar de rosas”, che mettono subito in evidenza questo approcio più aggressivo e oscuro rispetto al passato. A parere di chi scrive, si va a perdere l’essenza dei Saurom, che tanto caratterizzava la band. Infatti è con le canzoni più melodiche che l’album acquista punti: l’opener “Reina de la oscuridad” è enormemente efficace, “Romance de la luna, luna” vi travolgerà con un ritornello davvero ben fatto, la successiva, bellissima “Wallada la omeya” da cui è stato estratto anche un video, “Zulema” e “El monte de las animas”, quest’ultime probabilmente  le vere e proprie hit del disco.
Per quanto riguarda le tematiche, in “Once Romances Desde Al-Andalus”, ogni canzone è un tributo ad un’opera della letteratura dell’Andalusia (Al-Andalus), regione della Spagna meridionale.

In definitiva, un album valido, ma che non convince appieno, per una band in evoluzione. Lecito quindi aspettarsi qualcosa di più già dal prossimo lavoro in studio.

Tracklist:

1) Inspiración Espectral
2) Reina de la Oscuridad
3) Laberinto de los Secretos
4) Lejos del Mar de Rosas
5) En el Abismo
6) Romance de la luna, luna
7) Wallada la Omeya
8) Zulema
9) Un Castillo de Versos Nostálgicos
10) Nada es Eterno
11) El Monte de las Ánimas
12) Más allá de la Tierra Prometida
13) Sollozos desde el Destierro

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