Recensione: One

Di Francesco Maraglino - 15 Dicembre 2013 - 6:00
One
Band: Unwise
Etichetta:
Genere:
Anno: 2013
Nazione:
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80

Unwise è una band lombarda dedita al prog-metal, la quale si è formata nel 2006 e che giunge adesso al traguardo della pubblicazione del primo full-length.
“One” (questo è il titolo del lavoro autoprodotto dal four-piece italiano) è un concept-album, incentrato sul tema dello sviluppo della coscienza di una persona, contrapposta alle trappole ed alle lusinghe del mondo contemporaneo.
L’opera si dipana attraverso suggestioni sonore che rimandano a Fates Warning e Queensryche, passioni dichiarate degli Unwise, ma non manca di riecheggiare, a tratti, le ascendenze di Dream Theater e Pink Floyd.
Le esecuzioni vocali e strumentali degli Unwise appaiono in questo loro esordio già mature ed impeccabili, ed il suono progressivo, affascinante e spesso cupo della band è arricchito degli incanti di melodie nitide e, spesso, suggestive.

Tra le tracce più allettanti di One desta particolare interesse Cold Comfort, nella quale le tastiere e la chitarra avviano un  brano che alterna melodia aperta con momenti più aggressivi, tutti adornati dal valente canto di Luca Zontini. Ci piace, poi, citare anche A Place For Thoughts, dove un delicato arpeggio introduce ed accompagna una ballad attraente in cui è incastonato un pregiato assolo della chitarra elettrica di Alessandro Codazzi.
Da incorniciare, ancora, Safe & Sound, canzone più articolata, nella quale si contrappongono atmosfere sospese ad assalti prog-metal condotti da rocciosi riff di chitarra. Anche qui la sei-corde si esprime pure con un assolo assai emozionante.
Lulla-Buy è, altresì, un ulteriore brano teso e malinconico che però poi esplode in lampi di conturbante melodia, mentre One Way Out percorre velocemente la strada di un uptempo prog-metal movimentato e trascinante.
Anche One conferma atmosfere e temi del concept cui dà il titolo, veleggiando attraverso tenebre, melodie, suoni elettroacustici ed un’ascia ancora una volta sugli scudi.
 

Al di là dei citati picchi creativi, tutto One si muove, comunque,  su terreni artistici omogenei e d’ottima qualità, permeando l’ascoltatore con le sue atmosfere sospese ed oscure ed i suoi repentini assalti sonori, e dimostrando, al di là dei riferimenti stilistici ai luminari del genere progressive metal, notevole maturità e capacità di coinvolgimento.
Auguriamo, dunque, lunga vita agli Unwise, della cui carriera artistica attendiamo con interesse gli sviluppi.

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