Recensione: One For The Road

Di Orso Comellini - 11 Novembre 2012 - 0:00
One For The Road
Band: Absinthium
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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70

Formati in toto attualmente da musicisti che in studio o dal vivo hanno militato tra le fila dei concittadini Savior From Anger, i partenopei Absinthium si formano nel 2003 per iniziativa del bassista Dario Nuzzolo. Dopo un paio di demo e vari cambi di formazione, segnati dalla tragica scomparsa del cantante Luca Gargiulo in seguito a una lunga e debilitante lotta contra la leucemia, a nove anni di distanza giungono all’agognato debutto con l’album “One For The Road”.  

La proposta degli Absinthium è un ibrido tra heavy metal/US power e speed/thrash dal gusto retrò che riporta alla mente il sound cupo, contorto ma catchy dei Broken Glazz, per rimanere in ambito nazionale, e le relative influenze di Metallica e Megadeth. Sensazione confermata in parte anche dalla voce di Alessandro Granato che a volte ricorda quella di James Wynne.   

Passiamo quindi ad analizzare “One For The Road”, album che guardato nel complesso appare composto dal giusto numero di tracce, tutte ben caratterizzate e strutturate, tanto da non poter segnalare la presenza di filler. Mentre, andando nel dettaglio e passando al setaccio i singoli brani si possono trovare delle piccole incertezze, dettate probabilmente da un pizzico d’inesperienza. Per esempio, quando la chitarra si prodiga nei fraseggi in stile classicamente heavy, manca talvolta al gruppo quella fluidità d’esecuzione che solo suonando assiduamente insieme per tanti anni si può ottenere. Come già detto, però, si tratta del debutto di una formazione che comunque ha dovuto fronteggiare vari cambi di line-up. Per questo sarebbe ingiusto addossare la colpa a Buonocore, al quale si può rimproverare ben poco sia in fase ritmica sia solistica, potendo contare oltretutto su una certa fantasia in fase di arrangiamento. Così come non si può dire che la sezione ritmica, formata da Nuzzolo al basso e Ruberti alla batteria, appaia statica o abbia mancanze in termini di soluzioni coinvolgenti o di sufficienti variazioni. La dimostrazione lampante che abbiano le potenzialità per lasciare il segno, i Nostri, la offrono in occasione di un brano dinamico e travolgente come “Waste” (senz’altro uno dei migliori del lotto), sulle note del quale vi sarà difficile rimanere fermi, oppure sulle lunghe cavalcate strumentali e le accelerazioni di “Black Gown”. In ogni caso, in futuro i quattro avranno tutto il tempo necessario per migliorarsi in tal senso, continuando a lavorare in sala prove su coesione e affiatamento e soprattutto versando assieme ettolitri di sudore on stage.   

Qualche passaggio da rivedere anche per quanto riguarda il cantato. Nonostante Granato possieda indiscutibilmente una voce e un’estensione invidiabile e un timbro piuttosto personale, in qualche occasione sono le linee vocali a soffrire di una leggera prevedibilità. Non sempre, infatti, riesce a conferire quel pizzico di mordente in più che permetterebbe al gruppo di fare veramente la differenza. Cosa che, invece, è ampiamente nelle sue corde e già lo dimostra quando “sporca” la sua voce nei toni medio/alti, per esempio, come fa su “H.A.I.L.” o la cadenzata “Circular Saw” dall’affascinante melodia orientaleggiante. L’invito perciò è quello di provare una maggiore aggressività sulla falsariga di talenti naturali come Alan Tecchio (Hades, Watchtower) o Ray Gillen (Badlands), senza provare però a competere con i loro impossibili toni alti, piuttosto guardando alla loro capacità di caratterizzare il cantato impostandolo in maniera artefatta, per così dire.  

Insomma, la ‘fatina verde dell’assenzio’ dovrà continuare a lavorare intensamente per conferire una maggiore solidità e identità al gruppo, per scovarne l’anima più profonda e recondita, con la consapevolezza delle buonissime potenzialità che già emergono dall’ascolto di “One For The Road”. Ci auspichiamo, infatti, che con il prossimo full-length gli Absinthium forniscano la definitiva prova di maturità, questa volta con brani completamente originali (giacché sul debutto ben sei tracce su otto figuravano sui precedenti demo). Nel frattempo, se l’album dovesse capitarvi per le mani, provate a concedere loro una chance: molto probabilmente non ve ne pentirete!  

Orso “Orso80” Comellini  

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Tracce:

1. The Curse Of Blood 4:48

2. H.A.I.L. 5:41

3. Mr. Nothing 4:18

4. Absinthium 5:08

5. Circular Saw 5:32

6. Skull 5:39

7. Waste 5:18

8. Black Gown 8:29  

Durata 45 min. ca.  

Formazione:

Alessandro Granato – Voce

Franco Buonocore – Chitarra

Dario Nuzzolo – Basso

Tommaso Ruberti – Batteria

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