Recensione: One more for the Road

Di Abbadon - 12 Gennaio 2006 - 0:00
One more for the Road

Dopo il recente nuovo disco in studio (“?” il titolo, 2005 l’anno di uscita) Donnie Vie e compagni incrementano la loro già cospicua discografia (14 album, a partire dal 1989) con un live che più che un disco in sé rappresenta il simbolo di un’era del combo, oltre che un tributo. Trattasi infatti dell’ultima esibizione dal vivo dello storico chitarrista Derek Frigo, tragicamente spentosi (il 28 maggio 2004) a 37 anni per una presunta overdose. Il concerto, tenutosi al Cat Club di Hollywood il 31 agosto 2003, è dunque un modo per far rimanere vive le gesta di un axeman tanto sconosciuto ai più quanto capace, elemento fondamentale nella chimica del quartetto (o quintetto, a seconda del periodo) statunitense, chimica che ha portato gli Enuff Z’nuff ad essere uno dei gruppi più produttivi (in materia di uscite) e particolari dal 1989 ad oggi.

Come ogni lavoro degli di questi ragazzi che si rispetti, anche “One more for the Road” è un prodotto particolarissimo, più per la musica per gli accorgimenti e le circostanze che cadono in gioco. Già detto di Frigo (causa ovviamente forzata, nessuno poteva sapere che sarebbe morto), sono 3 i particolari che colpiscono :

1) La lineup, storica senza alcun dubbio ma priva del leader Chip Z’nuff. Il quartetto che si esibisce al Cat è composto da Frigo, Vik Foxx e Donnie Vie, accompagnati nell’occasione da Tim Tame, buon amico dei membri della band.
2) Il pubblico presente all’occasione, non misto e “casuale” ma selezionato dalla band stessa (secondo quanto scritto nel Booklet), una vera e propria elite prelevata attingendo da vecchi amici e fans dell’act.
3) Le modalità di registrazione della serata, non troppo professionali (evidentemente il live non era previsto) ma ottenute solo tramite alcune telecamere digitali presenti alla serata, il che ha portato a un successivo pesante lavoro di mixing.

Il risultato, venuti a conoscenza di questi fattori, è piuttosto interessante e, pur non perfetto, risulta godibile. Si sente un gruppo in buona forma e senza dubbio a suo agio sul palcoscenico, pur nella non eccessiva lunghezza dell’esibizione (poco più di 40 minuti). La tecnica strumentale è buona e sublima in numerosi cavalli di battaglia, sia nuovi che datati, come le varie “Rock’n’World”, “Fly high Michelle”, “In the Groove”, alle quali si abbina perfettamente la cover (e closet del platter) dei Beatles “Revolution”, ciliegina sulla torta di una tracklist volendo essenziale ma comunque pregevole e ben assortita.

One more for the Road però non comprende solo il live, ma anche una studio track inedita quale “Mary Jane”, che rimpingua la quattordicesima fatica targata Enuff Z’nuff e la porta al rango di lavoro che perlomeno gli appassionati della band (e di tutti i gruppi del medesimo genere) dovrebbero ascoltare almeno una volta, pensando, perché no, non solo al lato superficiale del prodotto ma anche a tutto quello che ci sta dietro.

Riccardo “Abbadon” Mezzera

Tracklist:
1) Rock’n’World
2) For Now
3) Baby Loves You
4) In the Groove
5) Fly high Micelle
6) New Thing
7) Revolution (Beatles cover)
8) Mary Jane (new studio track)