Recensione: Opressing the Masses + Torture Tactics

Di Matteo Lavazza - 5 Aprile 2004 - 0:00
Opressing the Masses + Torture Tactics
Band: Vio-Lence
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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65

Ristampa per il secondo album, più il mini-lp “Torture Tactics” che all’epoca della sua uscita ebbe più di un problema con l’allora purtroppo famoso PMRC (una società che si occupava della censura sulla musica), per i Vio-Lence, il cui chitarrista e leader Robb Flynn avrebbe poi fondato i ben più famosi Machine Head.
Diciamo subito che pensa di trovare una sorta di forma embrionale di quello che sarebbero poi diventati i Machine Head si sbaglia di grosso, la musica contenuta in questo cd è Thrash nella sua forma più pura.
I Vio-Lence facevano parte della seconda ondata del Thrash Metal made in San Francisco Bay Area, di sicuro non un gruppo fondamentale ma di sicuro in grado di offrire della buona musica, ma andiamo con ordine; il disco viene aperto da “I Profit” un pezzo che nel riff portante ricorda parecchio i Testament, riff non troppo veloce ma cattivo e pesante come un macigno all’inizio prima di esplodere a tutta velocità.
Come ho già scritto nel disco non ci sono pezzi che sono rimasti nella storia del Thrash, ma certamente canzoni come “Officer Nice”, che trova posto sia nella sua versione in studio che in quella live, con la sua ottima linea di basso e l’ancor migliore lavoro dei chitarristi, solo la linea melodica della voce sulla strofa non mi convince molto, mentre è davvero molto bello lo stacco lento e melodico nel break centrale, “World in a World”, un altro ottimo esempio di quello che era il Thrash in quel periodo negli Stati Uniti, un pezzo fatto di ottimi riff e di altrettanto buoni cambi di tempo, la title track del full lenght “Oppressine the Masses”, dotata anch’essa di un lavoro davvero eccellente da parte dei due chitarristi, peccato che le parti di batteria, peraltro mai particolarmente avvicenti, su questa canzone in particolare risultano un po’ troppo piatte e scontate, ma la cosa non va ad intaccare più di tanto la resa complessiva della canzone, la mitica “Torture Tactics”, davvero violentissima nel suo incedere a tutta velocità, è forse la canzone simbolo dei Vio-Lence, più per motivi, per così dire, politici che musicali, ma anche sotto l’aspetto artistico la canzone è sicuramente convincente, così come davvero spettacolare è la conclusiva “Dicks of Death”, pezzo sguaiato e volgare, nonché piuttosto scontato nel suo incedere, ma anche e soprattutto dannatamente divertente e coinvolgente.
I suoni di questa ristampa sono pressoché identici a quelli delle releases originali, quindi suoneranno un po’ datati alle orecchie di chi è abituato alle produzioni quasi perfette a cui siamo abituati adesso, ma da parte mia ritengo che per un genere musicale come quello proposto dal gruppo le produzioni dell’epoca siano ancora le migliori, ma è una questione di gusti ed orecchio mi sa.
Tecnicamente la band era davvero valida, anche se come ho già avuto modo di sottolineare in precedenza una maggiore varietà e fantasia nelle parti di batteria avrebbe secondo me giovato al risultato finale.
Di certo questa non la ristampa di qualcosa che ha davvero lasciato il segno nella storia del Thrash, ma credo che sia comunque un buon modo per andare a riscoprire quella che era la proposta dei gruppi che si muovevano nell’ombra delle big bands del Thrash Metal, un modo per capire meglio quella che era la scena verso la fine degli anni ’80 inizio ’90, non un uscita fondamentale ma di sicuro un album che si fa ascoltare con piacere e che, soprattutto a chi come me ha vissuto gli anno d’oro del Thrash, farà passare un ora piacevole tra ricordi e headbanging.

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