Recensione: Optical Illusion

Di Matteo Lasagni - 23 Maggio 2006 - 0:00
Optical Illusion
Band: Time Requiem
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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62

Ennesima fatica per l’instancabile keyboarder Richard Andersson, che fra Time Requiem, progetto Space Odyssey e collaborazioni varie, non conosce davvero sosta. Tanto di cappello quindi ad un’artista che “regala” così tanto ad un settore ultimamente poco produttivo come quello power, succube di un mercato sempre più soffocante e di “criticoni” pronti a gettare fango negli occhi dei giovani fans. Optical Illusion è il terzo lavoro targato Time Requiem, anche se a dire il vero, le differenze fra le varie acts fondate da Andersson sono veramente minime. Ci troviamo così anche questa volta di fronte al solito immancabile impasto prog-power metal, infarcito di virtuosismi (anche se in misura minore rispetto al passato) e cambi di tempo. Come sempre i brani sono pochi e piuttosto lunghi, con una media di 6 minuti cadauno, ma solo pochi fra questi non soffrono di prolissità. Ottimo contributo è dato dalla prova vocale del veteranissimo Goran Edman, che tutti ricorderanno al comando della nave malmsteeniana nei primi anni 90, e che, grazie ad un’ottima estensione e a una timbrica cristallina, infonde il giusto feeling ai pezzi. Peccato che la maggior parte di questi sia poco esplosiva dal punto di vista melodico, e che in generale manchino grandi “variazioni sul tema” che siano in grado di spostare le coordinate generali da un metal-prog a tratti evanescente e poco trascinante a qualcosa di più “formato” e coinvolgente.

La produzione è la classica “Anderssoniana”, pulita e discretamente potente, anche se da sempre vado dicendo che un pizzico di volume in più al guitar-work non guasterebbe e darebbe maggior tiro ad alcuni episodi. Ma del resto parliamo di un album di base prog-tastieristico, che di natura non può lasciare troppo spazio a chitarre eccessivamente grasse e sovraesposte, nonostante il prezioso lavoro di Magnus Nilsson. Il drumming, affidato a Jorg Andrews, spinge raramente a pieni giri e predilige ritmi cadenzati e rocciosi alle sfuriate in doppia cassa, che troviamo nelle consecutive “The Ashen Soul” e “Ocean Wings“, e nella conclusiva speed track “Sphere Of Fantasy“. Quest’ultima sarà sicuramente la prediletta da coloro che vedono nei Time Requiem degni rappresentanti della corrente power, sorretta da un chorus se vogliamo clichèttaro, ma comunque incisivo, direi l’unico veramente degno di nota in un album stretto nella morsa progressista di un Andersson meno prodigo di atmosfere dirette e solari rispetto al passato. Anche “Ocean Wings” è obiettivamente un’ottima song, dotata di intro e outro sinuosi e sensuali, perfetti “scaldamuscoli” di una parte centrale lanciata e aggressiva, con un Edman sugli scudi, espressivo e dinamico. “The Ashen Soul“, sia come struttura che come impostazione vocale, richiama la precedente, anche se forse il “pacchetto” risulta, a un primo sguardo, meno attraente a causa di una parte centrale non proprio in tema. Il resto del programma è decisamente più scarno di alte frequenze e punta maggiormente sul mood oscuro e ridondante del biondo svedese, che nella pimpante opener “Sin To Sin” sfoga tutte le sue fantasie in un susseguirsi continuo di vorticosi solo tastieristici e aperture melodiche a’la Ayreon, che spaccano l’incedere darkettaro delle anguste partiture strumentali, ricche di inserti originali e spiazzanti, come la presenza, nemmeno troppo celata, di un flauto acuto e sincopato. “The Talisman” presenta la solita mistura di tempi alternati e linee vocali umorali, nella migliore tradizione di Andersson & C, mentre la title track è quanto di più convulso e cervellotico possiate aspettarvi dal gigante scandinavo. “Creator In Time“, decisamente possente e ricca di pathos, richiama alla memoria il clima tipico dell’era Rising Force e funge da contraltare alla scarno rockettone della successiva “Miracle Man“.

In complesso questo terzo cd dei Time Requiem vive di alti e bassi e di uno stile a volte molto “ardito”, che impedisce la facile digeribilità di alcune parti e allontana decisamente l’utente mediamente power che solitamente si aspetta da Andersson qualche brano in più sulla falsariga di “Sphere Of Fantasy“. Ciò non toglie che alcune cavalcate progressive siano ben elaborate e di buon impatto, ma un pizzico d’immediatezza in più in alcuni casi non avrebbe guastato.

Tracklist:

01. Sin To Sin
02. The Talisman
03. Optical Illusion
04. The Ashen Soul
05. Ocean Wings
06. Creator In Time
07. Miracle Man
08. Sphere Of Fantasy
09. Japan bonustrack (Despair and pain)

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