Recensione: Orgia Daemonicum

Di Stefano Risso - 16 Luglio 2005 - 0:00
Orgia Daemonicum
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Genere:
Anno: 2005
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45

Quarto capitolo del side-project di Sakis (Rotting
Christ
) e The Magus (Necromantia) è questo
Orgia Daemonicum, che segue a distanza di tre anni
il precedente DV8, proponendo la solita mistura death/black vecchia
scuola di stampo dichiaratamente blasfemo.

L’intento principale dei Thou Art Lord (a detta della
stessa band) è quello di far rivivere in questo disco le atmosfere malsane dei
lavori dei primi anni 80, suonando musica estrema senza ricorrere a modernismi
vari e senza badare troppo a strutture complesse e tecnicismi inutili. Un
ritorno quindi al feeling e ai veri contenuti che hanno animato gli inizi del
metal estremo, dando poca importanza alla forma. Purtroppo per i Thou Art
Lord
in questo disco non è presente nè la forma (volutamente mancante) né
tantomeno il sospirato contenuto. In queste dieci tracce non si avverte neppure
un briciolo della genuina cattiveria e della spontaneità che hanno reso
immortali i primi lavori targati Bathory, Venom, Slayer
ecc…A fronte di un song-writing a volte elementare i gruppi sopracitati
miscelavano una tale freschezza d’idee, vigore giovanile e quel tocco di
“satanismo/esoterismo” da rendere straordinaria la propria musica. I Thou Art
Lord
al giorno d’oggi non riescono nell’intento di ritornare alle origini.
Canzoni piatte, a tratti davvero monotone, dove lo spirito anni 80 lo ritroviamo
solo nella produzione. I nostri, nel loro concept satanista (oggi oltremodo
risibile) e dall’aria da “cattivo a tutti i costi” (che ormai non spaventa più
nessuno), snocciolano dieci tracce in cui vengono proposte inflazionatissime
“sfuriate” black (neppure così veloci ed incisive) insieme a temi e mid tempos
di vecchia scuola thrash uniti da una voce spesso sottotono per la proposta
musicale del disco. Non proprio tutto è da buttare via, in quanto i nostri sono
pur sempre musicisti con una certa esperienza alle spalle. Buoni riff sono
presenti nella quarta He, The Great Worm, superiore rispetto alla media
del disco è The Gnostic Code come del resto la title-track; troppo
poco per la buona riuscita di un full-lenght, che anche nelle migliori tracce
presenta cali di tono. Si salva la cover degli Onslaught, Power From
Hell
.

Orgia Daemonicum fallisce quindi
nell’obiettivo. Musica povera di feeling, che unita ad una prova tecnica e
compositiva dimessa, non può far altro che rendere ampiamente insufficiente il
disco. Non mi sento di consigliare questo lavoro neanche agli indomabili
nostalgici di cui il mondo metallaro è pieno. Risparmiate tempo e denaro.

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