Recensione: Pages From The Past Tome I

Di Stefano Ricetti - 21 Marzo 2006 - 0:00
Pages From The Past Tome I
Band: Marshall
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2006
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
69

Da vecchio cultore del metallo di casa nostra, conosco il nome Marshall fin dalla seconda metà degli anni ottanta, periodo dove i Nostri si posero all’attenzione delle scene grazie ad alcuni articoli pubblicati sulla rivista H/M. Il nome stesso, legato al mitico marchio degli amplificatori più rumorosi dell’universo, ha sicuramente aiutato il combo napoletano a diffondere il proprio verbo fra i kid. La line-up di allora prevedeva i due fratelli Ferrigno (Mario al basso e Sasà  alla chitarra e voce) oltre a Lino Mazzola alla batteria. Dopo un’intensa attività live e il disco Magic Diamonds (puro hard rock) i Marshall si persero per strada alla fine del 1992.

All’incirca una decina di anni dopo, grazie alla fede e alla tenacia del veterano Lino Mazzola (unico membro storico rimasto), il monicker Marshall risorge dalle ceneri e dopo l’advance tape Atlantis, nel 2004 esce finalmente la loro opera prima del nuovo corso, dal titolo Garden of Atlantis, un album di HM con influenze symphonic/prog/power. E’ di poco tempo fa la realizzazione del loro secondo full length, dal titolo Pages From the Past: Tome I, sotto l’egida della Frontiers (etichetta per la quale hanno inciso recentissimamente i Toto di Steve Lukather): un concept album basato su fatti storici principalmente crudeli e catastrofici. Va subito detto che questa loro ultima fatica non è di facile assorbimento: le influenze prog e sinfoniche su di un tessuto heavy metal classico non sono così immediate da permettere una ricezione semplicistica del loro messaggio.

 A tratti, addirittura, mi sembra che i Marshall vogliano strafare con il risultato di impastare oltremodo un suono già pieno di suo. Questa mia sensazione si estrinseca in maniera chiara nella lunga song Thermopylae, dove gli inserti di tastiera paiono un di più che sarebbe stato opportuno evitare, quantomeno in quelle dosi. Sia chiaro, il brano è monumentale, epico e molto coinvolgente, con richiami a certo epic metal Usa anni ottanta, che fa sempre piacere riscoprire, soprattutto se è una band italiana a proporceli con queste modalità. L’album è mostruosamente variegato, infatti non mancano concessioni da parte del cantante Bruno Masulli in territori growl come nella lunghissima Krakatau e in Human Quest. Eccezionale il pezzo By the Light of Lady Moon, dove i nostri fanno il verso al grande David DeFeis dei Virgin Steele, forgiando una melodia celestiale senza spazio e senza tempo che solo dei grandi possono concepire. Ogni traccia comunque vive di vita propria: i cambi di tempo e d’atmosfera si sprecano, gli inserti dei vari strumenti sono innumerevoli, contribuendo a rendere policromatico questo ultimo lavoro dei partenopei.

Pages from the Past Tome I non è di facile classificazione, oltre alle influenze arcinote di band come Symphony X, Shadow Gallery, Royal Hunt, Rush, Marillion prima maniera e Genesis vi è il gusto del complicare le cose (in senso buono, s’intende!) dei Nostri, spaziando nel barocco, nel gothic e nel medievale, riuscendo così a sfuggire alle facili collocazioni da Mailorder. Si tratta di un concept organico nella sua disorganicità, con parecchie luci ma anche tante ombre: quello che manca forse nella sua complessità è l’immediatezza, peculiarità che di solito ogni buon metaller ricerca, anche in prodotti prog metal.      

Stefano “Steven Rich” Ricetti

               

Ultimi album di Marshall

Band: Marshall
Genere:
Anno: 1990
75