Recensione: Pastoral Whisper

Di Tiziano Marasco - 11 Novembre 2015 - 15:01
Pastoral Whisper
Band: Waldweg
Etichetta:
Genere: Folk - Viking 
Anno: 2015
Nazione:
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68

Tra le varie cose di cui l’avvento dell’mp3 ci ha privato, senza dubbio, la scoperta dell’album nella sua interezza è sicuramente la più importante. Ormai le band pubblicano due o tre canzoni già prima di portare il disco nei negozi, a volte mettono l’intero album in streaming. Poi magari c’è chi prima scarica e poi eventualmente compra. Insomma, la trafila “esame dell’artwork – lettura del booklet – ascolto di un’opera ignota dalla prima all’ultima nota (con relativa speranza di capolavoro contrapposto a timore di ciofeca)” si è persa. Quasi sempre.

Alcune settimane fa ad esempio se ne torna dal lavoro il mio coinquilino, mi getta un manufatto sul letto e dice “’mo che lavori da casa manco guardi la posta?”Lo guardo (il manufatto) e penso: “non è una cosa che ho ordinato o mi deve arrivare. Troppo grande per essere un cd, troppo sottile per essere un libro”. Lo apro e – WOW – a tutta prima sembrano dei quadri di Kittelsen, tipo quello sul retro di Det som engang var, ma a colori! Dopodiché noti la nota di accompagnamento e l’interno del lavoro. 

Viene dai Waldweg, trio nostrano dedito a black atmosferico che aveva pubblicato un demo 3 anni or sono. Si tratta di un demo, a dispetto di 41 minuti di durata, intitolato Pastoral Whisper e per scelta dei Waldweg il formato esterno è da 45 giri.  

Lo metti su e BUM – ti trovi innanzi ad una Kveldssangerata, vale a dire un album acustico, totalmente dedicato alla natura degli Appennini, fatto di flauti, chitarre, archi. Un disco che non può non richiamare alla mente l’opera degli Ulver. Trattandosi, come detto, di una Kveldssangerata, la totalità del disco è strumentale, i pezzi sono tutti piuttosto brevi. Anche le due tracce di minutaggio più cospicuo sono scomponibili in almeno due brani interni, con tanto di silenzio e rumori della natura a dividerli. Bisogna dire che il lavoro è fatto con grande perizia filologica ed affresca vedute suggestive. Rispetto al disco già citato – che non può non venire in mente ascoltando questo album – Pastoral Whisper manca dei cori evocative. E vabbé direte anche. Manca però pure della sensazione di amatorialità che aveva Kveldssanger – strano a dirlo per un demo, ma resta un fatto che le tecniche di registrazione si sono evolute e i Waldweg le sfruttano con merito.

Pastoral Whisper è un disco molto affascinante e molto ben fatto. Fosse stato dotato di vocals probabilmente sarebbe stato di più facile fruizione, ma la scelta dello strumentale deve essere determinata da esigenze intrinseche del gruppo. Molto specifico seppure non particolarmente impegnativo, Pastoral Whisper è, bene o male, di un disco per pochi, perché si sa, i sentieri nel boscosonopoco battuti, e per questo molto più affascinanti.

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