Recensione: Perversions of Angel VI

Di Daniele Balestrieri - 23 Aprile 2009 - 0:00
Perversions of Angel VI
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Anno: 2008
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79

Non dev’essere facile, specie negli ultimi anni, avventurarsi nel mondo del black sinfonico. Con la crescita esponenziale dell’offerta sul mercato, è divenuto sempre più difficile emergere in un genere che ha guadagnato terreno sia in spessore che in fasce d’età, arrivando a pescare sostenitori sia in età adolescenziale che in età decisamente adulta. Essendosi formati nel 1995, ma avendo navigato nel mare dei demo praticamente fino al 2004, i nostri sei eroi di Århus, Danimarca, se ne saranno ben accorti dell’ostilità del genere prescelto. Per fortuna in madrepatria la concorrenza non è particolarmente agguerrita e non è esattamente da tutti essere notati dalla Massacre… questo lascia già subodorare che tali Fairytale Abuse non siano proprio una band da tutti i giorni.

Il metal suonato è infatti più interessante da ascoltare che non da leggere sulla carta. Certo, impossibile sottolineare il primo postulato: è symphonic black e al symphonic black piega il capo: growl, scream arcigno e voci pulite si rincorrono per tutta la durata dell’album mentre l’impalcatura strumentale riporta in vita tutti i canoni musicali propri dei mostri sacri del genere, Dimmu Borgir e Cradle of Filth su tutti.
A primo acchitto potrebbe sembrare una band carta-carbone, ma è bene valorizzare l’estrema classe dell’intera produzione. Gli arrangiamenti proposti sono vivaci, per nulla pesanti, e coronati da piccole e brevi variazioni che rendono l’intera opera una continua ricerca del prossimo artificio, o della prossima invenzione. Un album che mantenga viva, almeno per i primi ascolti, l’attenzione del pubblico non è cosa da poco. Il paragone con i Dimmu Borgir diventa felice in tracce come “Our Glorious Revivification” che si lascia andare persino a riff malinconici sull’orlo dell’epicità… un aspetto che, nell’economia dell’album intero, sembra quasi essere fuori posto.

Già, perché questo Perversions of Angel VI punta invece su un qualcosa di molto più astratto che si può assimilare alla teatralità dark mitteleuropea dei romanzi ottocenteschi, riportando in musica un gusto puramente intellettuale per il gotico, per l’elegante ma al tempo stesso maledetto. In “Vivid the Blood III – Natured” sembra quasi essere su un palco di un teatro parigino, tra architetture eleganti e gargoyle demoniaci, con tastiere sull’orlo del canzonatorio che descrivono movimenti burleschi e al tempo stesso grotteschi. Durante l’ascolto del riuscitissimo assolo di pianoforte di “Curse of the Black Opus“, è facile spaziare con la mente tra segrete, sale da ballo e torri di castelli europei, magari durante una bella tempesta di fulmini che illumina un paesaggio spoglio e montuoso attraverso enormi finestre dai drappi di velluto. “Lust Murder Theatre“, dal titolo sempre più Filthiano, dimostra come è efficace l’unione di ogni stile di canto con tastiere, pianoforti e black metal in modo talmente armonioso da rievocare persino quello swing dei primi anni ’20 fatto di canzoni che ammiccavano – con grande classe – in egual misura all’erotico e al sepolcrale. Non mancano infine momenti più brutali come la cavalcata in growl di “Powers and Signs of the Lying Wonders” che tende a ricordare che, tutto sommato, rimane un disco di sonorità estreme composto da musicisti che dell’estremo intendono fare la loro fortuna.

Un disco attraente e al tempo stesso mortale, come il canto di una sirena. Certo non è l’album che rivoluzionerà il genere, ma è un dannatissimo esempio di come sia ancora possibile iniettare nuova linfa a un genere, tutto sommato, ancora in perfetta salute.

Daniele “Fenrir” Balestrieri

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TRACKLIST:

   1. When One Bleeds
   2. The Interdiction of Obscurity
   3. Fall of The Icon
   4. Vivid The Blood ILL-Natured
   5. A Phenomenon’s Rage – The Burden
   6. Troparion For The White Plague
   7. Lust Murder Theatre
   8. At The Gates of Thorns
   9. Curse of The Black Opus
  10. Powers And Signs Of The Lying Wonders
  11. Our Glorious Revivification

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