Recensione: Pest

Di Daniele D'Adamo - 20 Maggio 2018 - 0:00
Pest
Band: Kenòs
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2018
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
80

La bontà del death metal nostrano si chiama anche Kenòs.

La formazione lombarda, difatti, si è sempre mantenuta su un buon livello qualitativo, annoverando peraltro nella propria discografica quattro full-length di valore via via sempre più elevato. Così, dopo l’ottimo “X-Torsion” (2010), sono occorsi otto anni prima di giungere all’ultimogenito “Pest”, attuale cima della loro produzione.

Un tempo che non è passato invano giacché il nuovo disco, fra l’altro, manifesta immediatamente un’enorme personalità, tale da rendere subito riconoscibile fra mille il proprio sound, inevitabilmente riconducibile, quindi, alla band di Busto Arsizio. Una considerazione non da poco, dato atto della cospicua quantità di ensemble dedite al metallo oltranzista in generale e a quello della morte in particolare.

Il quale è death metal colorato con forti tinte sia di brutal, sia di technical; entrambi sottogeneri esigenti in maniera estrema di tecnica strumentale che, al quartetto del varesotto, non manca nel modo più assoluto. Una tecnica di esecuzione sopraffina che, al contrario di ciò che spesso accade, non soffoca la creatività, regalando in tal modo song dall’alto tasso di elaborazione ma immediato, compatto, dal violentissimo impatto frontale.

Anche se non mancano complessi arzigogoli solisti e complicati accidenti ritmici, la leggibilità di “Pest” resta costantemente alta, consentendo per ciò a tutti di poter usufruire piuttosto agevolmente della marea di note sparate a mille chilometri all’ora.

“Pest”, il quale è composto da otto song per trentadue minuti circa di durata complessiva. Si potrebbe obiettare che tali numeri siano scarsi ma l’esperienza insegna (“Reign in Blood”, Slayer, 1986) che per bucare l’etere non occorre seppellire il povero ascoltatore con tonnellate di accordi della durata semi-infinita. Al contrario, “Pest” è un’esperienza intensa, forte, emozionante, proprio perché non stanca né l’orecchio né la mente. Con ciò, una dimostrazione di notevole saggezza da parte dei Nostri.

Del resto brani come ‘My Wooden Frame’, per impetuosità, aggressività e peso specifico, valgono come due o tre pezzi di una band di death metal normale. Quando Sergio Gasparini alza l’asticella della velocità, difatti, si scatenano irresistibili ondate di blast-beats, capaci di trasportare il sound a frangersi contro le scogliere della follia, avvinghiato alle tentacolari variazioni delle linee del basso di Marcello Fachin. L’impossibile lavoro della chitarra (una sola? Sic!) di Domenico Conte produce un infinito muraglione di suono, peraltro rifinito e ornato con il cesello (‘The Sweeper of Remains’), sul quale si stampa il veemente nonché stentoreo growling di Michele Spallieri.

Ma non solo tecnica. Anche songwriting di classe, in “Pest”. Le canzoni formano sì un insieme compatto e coeso, purtuttavia presentano, una per l’altra, notevoli variazioni sul tema, emergendo così l’una dall’altra dal mostruoso sound prodotto dalla corazzata tricolore. L’idea di inserire le tastiere, spesso e volentieri, è ottima; poiché riempe, perfezionandolo e arrotondandolo con un pizzico di melodia, il sound, regalandogli spessore e profondità (‘Sons of Martyrdom’) e, anche, riconducendolo all’annichilazione, come accade nella spaventosa ‘B.D.C. (Black Death Curse)’, inno alla totale devastazione.

Altro da dire non c’è: occorre ascoltare a manetta, ora!

Daniele “dani66” D’Adamo

Ultimi album di Kenòs

Band: Kenòs
Genere: Death 
Anno: 2018
80
Band: Kenòs
Genere:
Anno: 2010
80
Band: Kenòs
Genere:
Anno: 2007
83
Band: Kenòs
Genere:
Anno: 2006
80
Band: Kenòs
Genere:
Anno: 2002
80