Recensione: Phoenix

Di Roberto Gallerani - 26 Settembre 2008 - 0:00
Phoenix
Band: Dreamtale
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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70

Dal freddo della Finlandia giunge fino a qui il quarto album dei Dreamtale, band che sin dal suo esordio propone un power metal nord europeo molto classico, utilizzando come fonte di ispirazione gli insegnamenti dettati dagli Stratovarius a suo tempo. Discorso richiami a parte (ormai lo si potrebbe dire a quasi tutti), questi ragazzi si sono comunque sempre fatti apprezzare grazie a lavori che facevano di melodie immediate e “zuccherose” e brani tirati in doppia cassa i loro cavalli di battaglia, senza disprezzare ogni tanto qualche “azzardo” come voci sporche e duetti con female vocals.
La band presenta un nuovo cantante rispetto al precedente Difference, tale Erkki Seppänen, autore su questo disco di una discreta prova, grazie a una buona estensione e a qualche sprazzo interpretativo che lascia ben sperare per il futuro.

Questo Phoenix giunge dopo l’unico (a mio avviso) passo falso della band; i Dreamtale, forse accortisi della cattiva riuscita di Difference, si sono presi tutto il tempo che gli serviva per poter comporre brani che riuscissero a far presa sui metal fans.
Obbiettivo centrato?! Andiamo con ordine e parliamo di come suona l’album: le caratteristiche dei Dreamtale sono sempre presenti, ovvero melodie di facile presa. Sempre presenti in modo incisivo le tastiere, che passano da suoni quasi tecno a bellissime e coinvolgenti orchestrazioni. I nostri inoltre non amano spingere sempre sull’acceleratore, e lo dimostra la varietà dei ritmi dei brani, che spaziano da veloci a mid-tempos.

Il lavoro si apre con un brano un po’ insipido e non incisivo come dovrebbe essere quello d’apertura, ovvero Yesterday’s News; per carità, brano apprezzabile, ma non lo avrei assolutamente messo come apripista. Subito si riaggiusta il tiro con Eyes Of The Clown, classico power finlandese, ruffiano quanto basta per rimanere subito impresso nella mente.
A partire dal singolo Payback il disco inizia, finalmente, a farsi interessante. Fanno il loro ingresso infatti delle tastiere elettroniche che, se all’inizio possono far storcere il naso, nell’amalgama della canzone invece ottengono il risultato sperato, ovvero l’inserimento di un elemento nuovo (al quale si aggiunge anche un netto rallentamento nei ritmi) che tuttavia non va a snaturare la natura power dei Dreamtale. Così si continua con Failed States, il brano che più di tutti mi ha colpito per freschezza di idee: coinvolgente ed evocativo l’intro, si nota poi, nel corso del brano un’attitudine dei nostri ai limiti del tecno/thrash! Ottimo infine il chorus, veloce, in pieno stile Dreamtale. Ancora melodie e tastiere in primo piano con Take What The Heavens Create, dove, nel chorus, a Erkki si affianca una female vocals che rende ancora più tirata e coinvolgente la song.
Si rallentano i ritmi con Great Shadow, dove si è data grande cura a dei bellissimi contro cori presenti nel ritornello. Non riuscitissima invece No Angels No More, un lento che purtroppo non riesce proprio a decollare, nonostante il grande lavoro di orchestrazioni che accompagna la canzone per tutta la sua durata.
Si rialza la testa con la tiratissima e davvero ben fatta Faceless Men, mentre la seguente Firebird è il classico brano power finlandese, condito di doppia cassa e chorus da cantare a squarciagola! È interessante comunque notare come il secondo brano “standard” lo si ritrova solo ora, segno comunque di una voglia di variare dei Dreamtale che in questo album è riuscita ad essere espressa nel migliore dei modi. The Vigilante, altro brano in pieno stile power, chiude questo Phoenix.

Conclusione? Di sicuro quelle piccole aggiunte e variazioni dagli schemi del genere non consentono assolutamente di gridare al miracolo, anzi, al termine dell’ascolto la sensazione predominante è comunque quella di un album di buon power, suonato con precisione e che tenta in alcune situazioni di esplorare lidi musicali differenti. Nonostante questo comunque Phoenix suona fresco, avvincente, dimostrando che i Dreamtale sono riusciti a ritrovare la strada e l’alchimia giusta per scrivere pezzi che, se pur non cambieranno la storia di questo genere, riescono nell’intento di rendere piacevole il loro ascolto, ovviamente per chi senza power metal non sa stare.
 
Roberto “Van Helsing” Gallerani

Track list:
1. Yesterday’s News
2. Eyes Of The Clown
3. Payback
4. Failed States
5. Take What The Heavens Create
6. Great Shadow
7. No Angels No More
8. Faceless Men
9. Firebird
10. The Vigilante

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