Recensione: Plague

Di Enzo - 10 Dicembre 2006 - 0:00
Plague
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Genere:
Anno: 2006
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75

Avevamo trattato dei Twilight Zone qualche anno addietro grazie ad un buon ep di classico Heavy Metal d’influenze british, ritroviamo oggi la band con una formazione parzialmente modificata e con un disco contenente brani sicuramente superiori in qualità d’esecuzione e di songwriting rispetto al precedente lavoro. I Twilight Zone, qundi, di passi avanti ne hanno fatti. Grazie anche al supporto dietro la batteria dell’impeccabile The Butcher, i 4 brani presenti in questo demo si arricchiscono di una genuina carica all’insegna del più intransigente Heavy Metal dalle tinte epiche e cupe. La splendida copertina in sintonia con il classico stile “Grim Reaper” (era The Reaper) ben racchiude, dietro il suo immaginario, lo spirito della proposta musicale del combo.
I ritmi struggenti e profondamente cpico/malinconici della opener Feeling The Viper, che vede un’accelerazione dei ritmi subito dopo la magniloquente introduzione, sono una perfetta sintesi della musica attuale dei Twilight Zone. Peccato sia subito evidente la mediocrità della produzione (dopo 4 demo ci si aspetta qualcosa di più) e l’interpretazione del singer che, sulle parti ritmiche più veloci e spinte, risulta decisamente negativa. Difetti veniali e migliorabili sicuramente con l’innesto di un cantante di ruolo. Con la successiva The Last Ritual (dagli ottimi refrain) sono i toni a diventare più cupi e cadenzati mentre nella seguente The Plaghe i ritmi tornano a farsi più potenti e diretti potenti grazie al muro di riff precisi e pungenti eretto dall’impeccabile chitarra di Giusti. Il disco è chiuso da Charter 1 (The Gates of Hell), malinconico componimento in perfetta linea con le atmosfere dominanti in questa demo nonché miglior brano del lotto grazie al suo splendido ed epicheggiante andamento scandito dalla sempre precisa e puntuale batteria di The Butcher ed all’ottima maturità compositiva raggiunta (splendide le trame chitarristiche di Giusti).
Se i Twilight Zone si decideranno a rendere la propria produzione più professionale e a dotarsi di un vero cantante di ruolo, sono sicuro che potranno donarci ancora interessantissimi momenti di fragoroso Heavy Metal, specialmente in virtù di un ipotetico e futuro full lenght.
Vincenzo Ferrara.

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