Recensione: Poetry Of The Lost

Di Federico Mahmoud - 27 Dicembre 2005 - 0:00
Poetry Of The Lost
Band: Mysterhydden
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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75

Con colpevole ritardo approda anche su queste pagine Poetry Of The Lost, seconda fatica dei nostrani Mysterhydden. Il ritorno del combo capitolino rappresenta un’altra occasione buona per tributare un doveroso omaggio all’underground tricolore, spesso e volentieri mortificato da pregiudizi quantomeno opinabili, se non del tutto fuori luogo; e se lo spettro dell’esterofilia esasperata viene talvolta ricacciato dalla qualità indiscutibile di un prodotto tricolore (vedi il recente successo, almeno tra gli addetti ai lavori, del debutto targato Hyades), la speranza è quella di un futuro roseo anche per il quintetto romano, che si ripresenta oggi con un prodotto fresco, coraggioso, invitante.

L’inserimento di Poetry Of The Lost all’interno della categoria Demo ha una sola giustificazione: il disco contiene tre tracce auto-prodotte, per un totale di circa venti minuti. Contrariamente alla media delle registrazioni casalinghe la band ha optato per un taglio professionale, piacevolmente curato sotto ogni punto di vista, dalla variopinta copertina all’eccellente produzione (merito dei rinomati Temple Of Noise Studios). La musica conferma le buone impressioni suscitate dalla cornice, segnalandosi come un originale ibrido tra partiture techno-thrash e soluzioni più tradizionali e lineari; il materiale fa tesoro di questa ambivalenza, offrendo all’ascoltatore una proposta che gode di diverse sfumature: snodi vorticosi (con la sezione ritmica protagonista), passaggi più immediati (in cui prevale il riffing della coppia di chitarristi) e improvvise aperture melodiche, dove ha buon gioco la voce di Valerio Caricchio.

La prestazione di Caricchio, assodata l’abilità tecnica dell’entourage, è il vero ago della bilancia nel giudizio complessivo. Se le alte tonalità raggiunte nell’opener Human Chrysalis A.D. non si fanno apprezzare per l’eccessiva ripetitività delle linee vocali, a tratti fastidiosa, diverso è il discorso per i brani successivi, con menzione particolare per Flame Spawn Alliance: complice la struttura articolata del pezzo, il cantante esibisce un’interpretazione dinamica e finalmente convincente, specie nelle parti più introspettive e melodiche. Lo stile canoro richiama qua e là i grandi della scena americana (Watchtower, Toxik, Hades, etc.) e, con le dovute migliorie, si dimostra la scelta giusta per un genere ricercato come quello proposto, che si indirizza evidentemente a un’utenza piuttosto ristretta.
Perizia tecnica e affiatamento sono le parole chiave per descrivere il lavoro degli altri quattro musicisti, lontani da qualsiasi desiderio di auto-compiacimento strumentale; non mancano tempi e ritmi fuori dagli schemi, scanditi dalle precise bacchette di Silvio Romito, ma la forma-canzone resta sempre l’obiettivo principale e l’ascolto non può che giovarne. La mente torna ancora una volta alla già citata Flame Spawn Alliance, che a dispetto degli otto minuti di durata scorre senza intoppi e mette in mostra un ottimo lavoro di chitarra: ora ruvide e compatte, ora meno impulsive, le 6-corde di Lorenzo Colageo e Francesco Liberati rappresentano l’autentica punta di diamante del Mysterhydden sound, camaleontico e imprevedibile.

Nonostante l’esigua durata del lavoro qui recensito, non è facile condensare in poche righe le positive sensazioni lasciate dall’ascolto di Poetry Of The Lost. Mysterhidden è una band ormai matura, che può permettersi di ambire a traguardi più importanti di quelli ottenuti finora: possibilmente un contratto e un full-length. In bocca al lupo!

Federico ‘Immanitas’ Mahmoud

Tracklist:
01 Human Chrysalis A.D. (mp3)
02 Flame Spawn Alliance (mp3)
03 Of Twilight And Dancing Chaos (mp3)

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