Recensione: Point Blank

Di Marco Brancozzi - 18 Giugno 2008 - 0:00
Point Blank
Band: Nailbomb
Etichetta:
Genere:
Anno: 1994
Nazione:
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79

Correva l’anno 1993 quando Alex Newport, che militava al tempo nei Fudge Tunnel e che successivamente ha avuto anche un ottimo successo come produttore e arrangiatore (Theory Of Ruin e tra l’altro il primo demo dei System of a Down), e Max Cavalera, leader indiscusso dei Sepultura prima e dei Soulfly ora, decisero di dar vita a “NAILBOMB”, un “side-project” che per entrambi tale è rimasto ma che, a parere del sottoscritto, avrebbe dovuto essere portato avanti data l’eccellente qualità del lavoro e sopratutto per il messaggio lasciato.

Purtroppo, causa scarse notizie di questo progetto praticamente sconosciuto ai più, posso solo dire che il nome, visto lo stile Cavalera e le tematiche trattate, è certamente riferibile al termine “nail bomb” ovvero “bombe a frammentazione”, un’arma esplosiva riempita di frammenti di vario genere come chiodi, pezzi di metallo vari, pallettoni che ha una capacità distruttiva micidiale rispetto ad un ordigno convenzionale; nel mezzo di una folla hanno un raggio d’azione molto ampio e devastante. Non v’è quasi dubbio che il nome sia ispirato da questo, considerando anche il carattere di ribellione espresso nei testi ma sopratutto perché Point Blank è VERAMENTE DEVASTANTE!!!!!
Se poi osserviamo la foto di copertina il cui soggetto-oggetto è una donna dai lineamenti indios che viene crudelmente strattonata per i capelli con la canna di un mitra praticamente conficcata in una tempia, sembra molto chiaro che il titolo non possa essere tradotto se non con “bruciapelo” e senza dover pensare tanto appare chiaro che la volontà è quella di creare un’opera fortemente improntata su tematiche sociali, probabilmente con l’intento di denunciare lo stato di barbarie con cui vengono trattate ancora oggi certe etnie “minori” nel Sud America, terra che ha dato i natali al nostro Max e che, come appare chiaro da Roots in poi, è alle radici del suo cuore.
Roots Bloody Roots and Back To The Primitive!!

Il paronama metal del periodo ’93/’95, per quanto riguarda il thrash, non era dei migliori, i Metallica avevano iniziato il loro “declino” con il Black Album, per non parlare dei Megadeth con Youthanasia o gli Anthrax di Sound of White and Noise (primo disco con la voce di Jonh Bush ex Armored Saint dopo l’abbandono di Belladonna); già nel 1992 i Pantera avevano contribuito a sancire la nascita del groove metal (o post thrash metal-fate vobis) con Vulgar Display of Power e lo stesso Cavalera con i Sepultura aveva dato un’impronta forte a questa metamorfosi con Arise nel 1991 ma sopratutto con Chaos A.D. nel 1993.
Point Blank si colloca in questo scenario come una vera e propria meteora: l’originalità nelle sperimentazioni, ottimamente riuscite, è stata ben accolta probabilmente perché era Max Cavalera la mente e quindi garanzia di alta qualità; le serie ossessive di riff di chitarra, gli stop repentini, le continue urla tragiche e dilanianti alternate a duetti perfetti tra Max e Alex trasmettono il voluto senso di desolazione, mentre le copiose distorsioni presenti nelle varie tracce, i ritmi a volte tribali, le marce di un esercito schizofrenico e moltre altre ‘visioni apocalittiche’ sono alla base di questo esperimento decisamente riuscito.

Il disco apre con “Wasting Away” una canzone che ha il sapore della ribellione, della denuncia di una tragedia che Cavalera a Newport annunciano con le loro urla riguardo le problematiche legate all’involuzione di una società che si “smarrisce nella via”…

“Incidi sul braccio i tuoi diritti
Allora sì che non potranno portarteli via”

…con ritmo è incalzante e forsennato il duo sbraita le parole della canzone, e Max interpreta con il solito stile inconfondibile, terminando con un presagio inquietante…

“Non ci sono pià valori?
Nessun luogo dove rifugiarsi, Wasting Away”.

Il secondo brano non è da meno, “Vai toma no cù” che nell’idioma brasiliano ha il significato di “vaffanculo” o “vallo a prendere in culo”, il motivo conduttore suona…

“Fottiti te e i tuoi progetti
Io vivo la vita a modo mio
Vallo a prendere nel culo!
Tu, inutile sacco di feccia.”

…è l’odio che provano per tutta la merda che li circonda, per la massa di ipocriti, meschini, opportunisti, demagoghi, “impresari” e che propongono sempre “soluzioni che hanno impedito qualsiasi cambiamento”; odio che traspare pienamente nei testi ma ancora di più nell’interpretazione che ci regalano.

“24 Hour Bullshit” ovvero “24 ore di stronzate”; inconsapevolmente forse ma come un presagio, i nostri affrontano un tema particolarmente attuale; conosciamo tutti lo stato di degrado sociale che viviamo in questi tempi, complici e colpevoli al contempo sono proprio i mezzi di comunicazione di massa e chi più di tutti se non la televisione, organo che i due artisti dipingono proprio come “icona di questo sfascio pubblicizzato e venduto” …

L’intero album è un continuo disprezzare la società odierna e putroppo c’è da sottolinearne tristemente l’incredibile attualità, la grande distanza spazio temporale che ci divide, non ha sortito nessun effetto di cambiamento; America Latina-1994 VS Europa-2008; Il disprezzo per quella società che è ormai composta solo da “esseri”, visto che il senso stesso di “umano” si “smarrisce per la via”.
In conclusione, per il sottoscritto, siamo di fronte ad un lavoro fuori dall’ordinario e speciale, un lavoro di bellezza e ferocia inquiete, un po’ industrial, un po’ thrash, un po’ sperimentale… un po’ groove… ma quello che è certo, è che è Dannatamente Cavalera! Se ogni volta che Igor picchia duro sulle pelli non vi viene voglia di fendere l’aria con una craniata e creare un’onda d’urto, lasciate stare, Point Blank non fa per voi.

Marco “Golgo” Brancozzi

TRACKLIST:

01. Wasting Away
02. Vai Toma No Cú
03. 24 Hour Bullshit
04. Guerillas
05. Blind And Lost
06. Sum Of Your Achievements
07. Cockroaches
08. For Fuck’s Sake
09. World Of Shit
10. Exploitation
11. Religious Cancer
12. Shit Piñata
13. Sick Life

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